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Milan ai cinesi, giorni decisivi: emissari a Milano, gli ultimi nodi da sciogliere
La trattativa tra Fininvest e la cordata cinese per la cessione di quote del Milan procede e come annunciato anche dal presidente Silvio Berlusconi si entra in due settimane caldissime: emissari degli imprenditori interessati all'acquisto infatti saranno a Milano in questi giorni per dare un impulso alla trattativa e risolvere gli ultimi nodi. Ecco gli ultimi dettagli da limare.
NOMI E DETTAGLI - Innanzitutto in questi giorni saranno resi noti a Fininvest e a Berlusconi i nomi di tutti i componenti della cordata e i dettagli della loro offerta: dalla valutazione complessiva della società (poco più di 700 milioni di euro) alle garanzie e alle modalità per l'acquisto immediato del 70% delle quote (a Fininvest subito circa 500 milioni di euro). A questo si aggiungono i progetti legati allo sfruttamento del brand Milan, all'espansione del marketing sui mercati asiatici fino alla questione stadio, più viva che mai l'ipotesi che venga costruito nei prossimi anni un impianto di proprietà e all'avanguardia.
LE RICHIESTE DI BERLUSCONI - Non solo i piani degli investitori, c'è da fare i conti anche con le (poche) richieste del presidente Berlusconi: il suo ruolo e la gestione del mercato. Primo punto, recentemente il patron rossonero ha dichiarato di aver discusso con i cinesi la possibilità di restare presidente per i prossimi tre anni, ma si dovrebbe trattare di una data indicativa: l'offerta della cordata prevede che Berlusconi resti con la carica di presidente (onorario) fino alla quotazione in borsa, per poi valutare se prolungare questa collaborazione sempre in veste di presidente onorario. Sul secondo punto Berlusconi ha chiesto garanzie sugli investimenti in sede di mercato, richiesta che non trova grandi ostacoli visto il progetto di rilancio anche tecnico: da chiarire se questi arriveranno da subito o se prima si ragioni su una riallocazione delle risorse già in rosa.
MANAGEMENT E QUOTAZIONE IN BORSA - Ultime due questioni da risolvere quelle legata al management e appunto alla quotazione in borsa. Berlusconi ha confermato che gli investitori cinesi vorranno inserire nei quadri dirigenziali uomini di fiducia, soprattutto nel ruolo di amministratore delegato, ma anche il direttore sportivo è un'incognita: ancora da chiarire infatti se la rivoluzione nella dirigenza sarà immediatamente completa o avverrà gradualmente. Per quanto riguarda la quotazione in borsa infine si stanno definendo gli ultimi dettagli: con ogni probabilità la quotazione avverrà sulla borsa di Hong Kong, ancora da chiarire tempistiche (tra i 18 e i 36 mesi) e modalità (se il flottante del 30% iniziale sarà immesso in parte dalla nuova proprietà e in parte da Fininvest oppure se prima della quotazione la nuova proprietà rileverà l'intero pacchetto azionario. Giorni caldi dunque, la trattativa è più che mai nel vivo.
Twitter: @Albri_Fede90NOMI E DETTAGLI - Innanzitutto in questi giorni saranno resi noti a Fininvest e a Berlusconi i nomi di tutti i componenti della cordata e i dettagli della loro offerta: dalla valutazione complessiva della società (poco più di 700 milioni di euro) alle garanzie e alle modalità per l'acquisto immediato del 70% delle quote (a Fininvest subito circa 500 milioni di euro). A questo si aggiungono i progetti legati allo sfruttamento del brand Milan, all'espansione del marketing sui mercati asiatici fino alla questione stadio, più viva che mai l'ipotesi che venga costruito nei prossimi anni un impianto di proprietà e all'avanguardia.
LE RICHIESTE DI BERLUSCONI - Non solo i piani degli investitori, c'è da fare i conti anche con le (poche) richieste del presidente Berlusconi: il suo ruolo e la gestione del mercato. Primo punto, recentemente il patron rossonero ha dichiarato di aver discusso con i cinesi la possibilità di restare presidente per i prossimi tre anni, ma si dovrebbe trattare di una data indicativa: l'offerta della cordata prevede che Berlusconi resti con la carica di presidente (onorario) fino alla quotazione in borsa, per poi valutare se prolungare questa collaborazione sempre in veste di presidente onorario. Sul secondo punto Berlusconi ha chiesto garanzie sugli investimenti in sede di mercato, richiesta che non trova grandi ostacoli visto il progetto di rilancio anche tecnico: da chiarire se questi arriveranno da subito o se prima si ragioni su una riallocazione delle risorse già in rosa.
MANAGEMENT E QUOTAZIONE IN BORSA - Ultime due questioni da risolvere quelle legata al management e appunto alla quotazione in borsa. Berlusconi ha confermato che gli investitori cinesi vorranno inserire nei quadri dirigenziali uomini di fiducia, soprattutto nel ruolo di amministratore delegato, ma anche il direttore sportivo è un'incognita: ancora da chiarire infatti se la rivoluzione nella dirigenza sarà immediatamente completa o avverrà gradualmente. Per quanto riguarda la quotazione in borsa infine si stanno definendo gli ultimi dettagli: con ogni probabilità la quotazione avverrà sulla borsa di Hong Kong, ancora da chiarire tempistiche (tra i 18 e i 36 mesi) e modalità (se il flottante del 30% iniziale sarà immesso in parte dalla nuova proprietà e in parte da Fininvest oppure se prima della quotazione la nuova proprietà rileverà l'intero pacchetto azionario. Giorni caldi dunque, la trattativa è più che mai nel vivo.