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    Milan, adesso chiedete scusa a Honda

    Milan, adesso chiedete scusa a Honda

    • F.Z.
    Il momento finalmente è arrivato. Era solo una questione di tempo, i nodi sono venuti al pettine. L'hanno criticato, l'hanno etichettato come pacco, come un cartone manga da rispedire in Giappone, ora Keisuke Honda si è preso la sua rivincita. Ha chiesto e ottenuto tempo, ha lavorato duramente, in silenzio, ha ascoltato i consigli prima di Seedorf poi di Inzaghi, a nove mesi dal suo arrivo ha convinto tutti, diventando una risorsa per il Milan. Alt, fermi, non stiamo pontificando né il nuovo Pelé né il nuovo Maradona, ma il giapponese esploso con la maglia del VVV Venlo è la dimostrazione lampante che bollare frettolosamente un giocatore come scarso è sempre una mossa azzardata.

    RIVINCITA - Con Honda sotto accusa è finito anche Galliani, colpevole di aver portato a Milano un giocatore inadeguato e di avergli concesso la maglia numero 10. La realtà dei fatti è ben diversa, l'ex Cska Mosca non ha mai chiesto il numero che è stato di Rivera, Boban e Savicevic, gli è stato affidato per ragioni commerciali evidentemente comprensibili. La rivincita di Honda è anche quella di Galliani, che lo ha portato a Milano a parametro zero ed di Inzaghi, che né apprezza la professionalità e ha scelto di puntare su di lui rinunciando ad un esterno d'attacco mancino, che il il Milan ha cercato a lungo sul mercato. Un motivo in più per credere che non sia quel flop di cui tanti parlavano.

     

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