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    Mikautadze, il "gemello diverso" di Kvaratskhelia: dopo Georgia e Francia, alla conquista dell'Europa

    Mikautadze, il "gemello diverso" di Kvaratskhelia: dopo Georgia e Francia, alla conquista dell'Europa

    • Simone Gervasio
    "Dzmao", si dovrebbe leggere più o meno così (e scrivere più o meno così, ძმაო). Significa fratello in georgiano ed è una delle parole che ben si collega al profilo del giovane giocatore che andiamo a presentarvi in questa rubrica dedicata ai calciatori in rampa di lancio, a quelli che potrebbero sfruttare i prossimi Europei come un trampolino per sfondare nel calcio che conta. Uno di questi ce l'ha fatta senza Europei, è Kvicha Kvaratskhelia, scoperto da Giuntoli e fautore dello Scudetto del Napoli di un anno fa. Il georgiano ha un fratello di sangue che spopola nei video che circolano sui social (si muove come lui, gioca come lui e chissà magari farà carriera come lui) e un fratello in campo, un gemello del gol con cui si trova a meraviglia. Si tratta di Georges Mikautadze. L'intesa tra i due attaccanti è simbiotica, come dimostrato nell'ultima uscita della squadra di Sagnol. Contro il Montenegro, assist di Kvara e gol di Mika: su questa corrispondenza di amorosi sensi la Georgia ha costruito la prima qualificazione a una grande manifestazione europea. E sulla vena realizzativa del giocatore del Metz, i georgiani stanno alimentando il sogno del passaggio del turno. Dopo 2 gare, Mika ha già segnato due reti, diventando il capocannoniere provvisorio del torneo.

    MERCATO - Se del giocatore del Napoli sappiamo più o meno tutto però, dell'altro si sa poco. Più volte è stato vicino a raggiungerlo in Serie A: ci hanno pensato, con intensità diversa, lo stesso Napoli, ma anche Lazio, Milan, Roma e Juve. Mikautadze però ha continuato una carriera da underdog, da quelli un po' sottovalutati, da quelli in cui nessuno ci crede fino alla fine. L'Ajax in realtà ci aveva creduto, comprandolo nella passata stagione: è finita male per lui e per il club che ha chiuso una delle sue annate peggiori nella storia. Mikautadze però è ancora giovane - è un classe 2000 - e ha tutto il tempo per rialzarsi, anzi l'ha già fatto.

    CARRIERA - Gran parte della sua carriera, Mikautadze l'ha spesa in Francia, lì dove è nato. La sua famiglia infatti scappa dalla Georgia per i conflitti con la Russia nel 1998. Mamma Latia, papà Lasha, sorella maggiore e fratellino si stabiliscono a Lione. Qui il 31 ottobre 2000 nasce Giorgi. Inizia a giocare a Gerland, piccolo club del quartiere, quando è ancora minorenne. Passa poi all’Olympique Lione, la sua squadra del cuore, affiliata al Gerland. Sventola a centrocampo il telo della Champions nelle grandi serate europee del Lione di Juninho, crede di giocare per sempre con l'OL. Così non sarà. Viene infatti bocciato, allontanato nel 2015: troppo piccolo, troppo mingherlino, il ragazzo non si farà e deve trovarsi un'altra squadra. Ripiega sul Saint-Priest, un piccolo club in cui passa un biennio. Poi arriva la chiamata del Metz. In Lorena ne sanno: hanno pescato talenti come Mané, Pjanic, Koulibaly e Adebayor, lo vogliono e lo prendono.

    L'ASCESA - Lo fanno debuttare in Ligue 1 il 7 dicembre 2019 contro il Nizza. Mikautadze però è ancora troppo giovane, troppo acerbo. Deve farsi le ossa e va in prestito in Belgio, seconda divisione, al Seraing. Qui, nella stagione 2020-2021, a 20 anni, esplode. Segna 19 gol in 21 partite di campionato, fondamentali per la promozione in Jupiler League, la massima serie. Il georgiano la gioca anche, essendo stato confermato il suo prestito in Belgio, e contribuisce alla salvezza dei suoi. Fa 57 partite in due stagioni in Belgio: segna 36 gol e distribuisce 4 assist. L'exploit ormai è un dato di fatto. La Georgia lo convoca in nazionale, il Metz lo riporta a casa, in Ligue 2. Re Giorgio torna e fa il fenomeno: mette assieme 23 gol e 8 assist, contribuisce al 69% dei gol totali della squadra, si laurea capocannoniere della Ligue 2, giocatore dell'anno e conquista la promozione

    IL NUOVO E VECCHIO CLUB - È tempo che spicchi il volo, deve aver pensato l'Ajax nella scorsa estate. Dopo la sua miglior stagione in carriera, gli olandesi lo prendono, lo pagano 16 milioni e sentono di avere in pugno il nuovo Shota Arveladze, anch'egli georgiano e bandiera del club con cui ha giocato 125 partite e segnato 72 gol. Qualcosa, anzi tutto, però va storto. Firma un contratto di 5 anni, fino al 2028 per colmare il vuoto lasciato dalla cessione di Kudus. Mikautadze inizia il 2023/24 al Metz, facendo 2 gol e un assist nelle prime tre stagionali. Si trasferisce ad Amsterdam e spegne la luce. Non gioca nel suo ruolo, fa solo 9 presenze tra settembre e gennaio e si trova in una squadra praticamente alla deriva, nel peggior anno dell'Ajax. Quello di Mikautadze è sembrato fin da subito un acquisto strano, lontano dai soliti parametri di una squadra che sui giovani talentuosi ci punta sì ma di solito facendoli crescere nel proprio vivaio e non andandoseli a prendere nella seconda serie francese. Un matrimonio particolare, stravagante, di quelli che finiscono subito e ti chiedi che senso ha avuto celebrarli. A gennaio vuole andare via ma, avendo già giocato per due club, non c'è alternativa: per cambiare aria deve tornare a respirare quella di Metz.

    LA CONFERMA - Arriva in una squadra sull'orlo del precipizio, con un piede già in seconda divisione. La riacciuffa lui da solo per i capelli. Segna, da gennaio a giugno 2024, 13 gol e aggiunge 4 assist in 20 partite di Ligue 1. Porta il Metz al 16esimo posto, fa retrocedere al suo posto il Lorient e porta i suoi agli spareggi col Saint-Etienne. Nel doppio confronto coi verdi segna anche, ma è l'ASSE a meritarsi la promozione. Un'altra stagione in Ligue 2 non è possibile, tornare all'Ajax anche meno. Il Metz esercita l'opzione per acquistarlo, pagando i 13 milioni pattuiti con gli olandesi e ora aspetta. Gli Europei ne aumenteranno la valutazione (che già è tra i 16 e i 20 milioni), chi lo vuole si metta in fila. Ci sono le inglesi (piace da un paio d'anni a Burnley e Wolves), c'è Manna che stravede per lui e chissà vorrà provare a portare anche lui a Napoli, ci sono soprattutto le francesi. Il Monaco lo vede come l'erede di Ben Yedder, il Lione come quello di Lacazette. Al suo agente Alain Migliaccio sono poi arrivate telefonate anche dal Marsiglia e dal Rennes ma il telefono è acceso e ne arriveranno delle altre. C'era in campo anche lui, a marzo, quando la Georgia si è qualificata per la prima volta agli Europei. Con la nazionale ha segnato 10 gol in 25 gettoni, Sagnol stravede per lui e ne ha parlato così: “È un giocatore di talento. Il motivo per cui sta facendo passi da gigante un po’ più tardi è perché non si è impegnato abbastanza durante la sua giovinezza. Ora sta comprendendo l’importanza del duro lavoro per raggiungere il successo. C’è stato il fallimento dell’Ajax, ma penso che lo abbia reso più maturo". 

    COME GIOCA - Attaccante mobile, tecnico, può giocare sia da prima che da seconda punta ma ha disputato molti minuti anche da ala sinistra, trequartista e "falso nove". Giocatore atipico per molti versi, è alto 1,76: parte da lontano, palla al piede. Calcia e segna con entrambi, anche dalla distanza. Tra le sue doti migliori ci sono l'imprevedibilità, l'abilità nei dribbling e un tiro preciso, sommato a un buon senso del gol. Segna, fa assist e numeri in quantità industriali, un fatturato da top player. Ha iniziato a giocare da ala sinistra - rientrando sul destro, come Kvara del quale è un anno più vecchio - prima di accentrarsi e diventare attaccante centrale. Quando segna mima spesso degli occhiali per sottolineare di guardare bene cosa riesce a fare su un campo da calcio. In Francia lo paragonano a Lacazette e Papin, ha come idoli Ibrahimovic e Cristiano Ronaldo. Del primo ha imitato spesso l'esultanza. "Ne ammiro la capacità di lavorare duro per migliorarsi, nonostante l’età", ha detto. Col secondo invece ha calcato lo stesso campo una volta, anche se per poco. Era il suo debutto nelle qualificazione ai Mondiali: di quel Svezia-Georgia del 25 marzo 2021 conserva ancora la maglia di Zlatan. Da idolo a collega in pochi anni. Se Kvaratskhelia ha messo la Georgia sulla mappa del calcio mondiale, ora Mikautadze vuole completare l'opera.

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