Mihajlovic:| L'estate più lunga
Il dottor commercialista amministratore delegato Sandro Mencucci ha detto che è colpa dei contestatori se il presidente onorario Andrea Della Valle non è ancora andato a trovare la sua Fiorentina. L´allenatore Sinisa Mihajlovic invece dice che è colpa dei giornali se ci sono dei contestatori. Quindi, facendo due calcoli, secondo la proprietà transitiva dello scaricabarile dovrebbe funzionare così: se Adv ancora non si è visto è colpa dei giornali. Mah. Parole, parole, parole, in attesa di fatti. Perché quelli, in realtà, aspetta Adv. Lui verrà quando sarà chiaro con che squadra abbiamo tutti a che fare. Chi è andato e chi è arrivato. Così finalmente si può parlare senza usare il periodo ipotetico. Nei programmi iniziali tutto doveva già essere a posto. E, invece, serve ancora tempo. Capita. Ma i fatti li aspetta a gloria anche il prode Sinisa, allenatore non amatissimo dalla piazza che inizia quasi a fare tenerezza. L´ultima che gli hanno fatto è averlo illuso un´altra volta: il 13 agosto amichevole a Palma di Maiorca. Un avversario di livello, finalmente. Macché. Ti piacerebbe, eh? Si faceva per ridere. Si gioca contro la Primavera a San Piero. «Io vorrei affrontare squadre più avanti di noi nella preparazione», dice il tecnico, che almeno oggi a Newcastle (ore 16 italiane) si troverà davanti una squadra di qualità simile rispetto alla sua. Un´occasione per capire qualcosa di più di una Fiorentina che poi da qui a fine agosto cambierà qualche faccia e magari anche il modulo, quello che con l´arrivo di Aquilani era stato consacrato ufficialmente al rombo. Già, Aquilani. Altra illusione. Dicono che Mihajlovic lo abbia pure chiamato come aveva fatto Prandelli con Mutu, Frey e Gilardino. L´effetto ottenuto, per ora, è stato quello di far restare Aquilani dov´è e mandare via Frey, Mutu e, forse, anche Gilardino. «Ma io ho fiducia in Corvino, lui ha fatto sempre bene, non sono preoccupato» dice Sinisa, che comunque si adegua sempre. E poi lui non è tipo da nevrotizzarsi troppo. Anche se questa estate è stata complicata e, come detto, piena di illusioni e stress. Prima la storia dell´Inter. Un pensiero fatto e schiantato a stretto giro. Poi il mercato che non decolla. Quindi i contestatori, con i quali lui si mette a discutere partendo però col piede sbagliato ("rompete i co......ni) per poi fare retromarcia spiegando che non è colpa sua se lui è abituato a parlare così. Che fatica. Perfino il pupillo Cerci gli si rivolta contro. Ma come: lui che lo ha lanciato, protetto e rilanciato facendone a tutti gli effetti un giocatore di serie A. Lui che ha elaborato con Mancini la grande operazione Cerci & the City. Ma che fine ha fatto la gratitudine? «Ha sbagliato e ha chiesto scusa ma in Inghilterra non verrà» spiega l´allenatore, che inizia a sognare un po´ di pace per lavorare sugli schemi, quelli che al momento sono segnati a lapis in attesa di capire giocatori e modulo per il campionato che verrà. Lui aspetta Ramirez. E poi di capire chi eventualmente sostituirà Gilardino. E se Cassano può arrivare per davvero. «Non avrei problemi a gestirlo è un giocatore che fa comodo se motivato, ma non sappiamo se arriverà per davvero». E non sappiamo neanche, al momento, accanto a chi dovrebbe giocare il fenomeno tutto genio e maniglie dell´amore. Insomma, la formazione della Fiorentina per ora è parecchio criptata. E quindi quello che serve sono nervi saldi e la fiducia nella società, che d´altra parte continua a dire che la squadra che sta nascendo sarà più forte di quella della scorsa stagione. Quindi serve una forte fede. Anche al tecnico, che ci tiene a ribadire il suo ego («Sono più maschio di Harry Potter»), per poi dibattersi nei piccoli dettagli delle stanze di vita quotidiana. Tipo decidere il portiere titolare tra Neto e Boruc. Tipo decidere se Romulo, il Comotto do Brasil, in Italia può fare il terzino oppure se è meglio metterlo un po´ più avanti per evitare guai. Nel frattempo tutti attendono buone notizie. E magari anche vere. C´è chi è corso a fare l´abbonamento l´ultimo giorno di prelazione dopo che Aquilani era stato dato per fatto. Una cosa curiosa. E chiaramente casuale. Chiaramente. Sarà per questo che l´antico full metal mister sembra un altro rispetto a un anno fa. «In Inghilterra conta la prestazione più del risultato». Come si cambia, cantava Fiorella.