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Meteora della Fiorentina e quel legame con Drogba: l'Italia ringrazia Zohore
Albin Kenneth Dahrub Zohore è un attaccante classe '94 di origini ivoriane, considerato tra i più promettenti prospetti del calcio danese grazie soprattutto al suo fisico possente, 194 cm di altezza. Stessa leva del più pubblicizzato Viktor Fischer (ex Ajax passato al Middlesbrough), con il quale ha anche disputato un Mondiale Under 17, non ha avuto tuttavia lo stesso percorso scintillante. Fiero prodotto del vivaio del Copenaghen, con il quale ha anche esordito in Champions League nel 2010 contro il Barcellona, ha avuto anche la possibilità di imporsi in Italia. Nel 2012 infatti la Fiorentina lo ha ingaggiato, ma non lo ha ritenuto pronto per la Serie A: un anno senza alcuna presenza in prima squadra, poi i prestiti a Brondby e Goteborg. Neanche questi sono bastati però a convincere i viola della bontà dell'investimento (era stato pagato 800mila euro) e così, dopo aver rescisso il contratto nel febbraio del 2015, passa all'Odense dove ritrova continuità. L'anno seguente la parentesi deludente a Kortrijk, poi il salto di qualità in Inghilterra.
Se l'aria british non ha fatto bene al connazionale Fischer infatti, ben altro effetto ha su Zohore: nell'estate del 2016 si trasferisce a Cardiff, dove con la maglia del City in Championship (seconda divisione inglese), colleziona 29 presenze mettendo a segno 12 gol. Rinato in Inghilterra, forse grazie anche a questioni... familiari! Zohore è infatti cugino di secondo grado di Didier Drogba, uno che con la maglia del Chelsea ha incantato Londra, la Premier e l'Europa trascinando anche i Blues a una storica Champions League. Legami di sangue, ora il gigante danese spera di ripercorrere le orme del suo parente e intanto si gode le due reti contro la Repubblica Ceca: non bastano a portare la Danimarca in semifinale, ma bastano a eliminare il neo-juventino Schick e a far esultare l'Italia. Da meteora a eroe a sorpresa, gli Azzurrini ringraziano Zohore.
@Albri_Fede90