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    Messi, la faccia all'inno dice tutto: non vale Ronaldo, ora è un ectoplasma

    Messi, la faccia all'inno dice tutto: non vale Ronaldo, ora è un ectoplasma

    • Giancarlo Padovan
    Non per vantarsi, ma dopo il pareggio all’esordio con l’Islanda, noi l’avevamo detto: l’Argentina rischia grosso. Adesso che è quasi fuori (ma moltissimo dipende da Nigeria-Islanda in cui i sudamericani devono sperare nel successo della Nigeria per batterla all’ultimo turno), ci piacerà sapere cos’hanno da ridire tutti quelli che contestavano la mia teoria sulla superiorità, perlomeno di spessore e di carattere, di Ronaldo su Messi. 

    Il capitano dell’Albiceleste attualmente non è nemmeno un giocatore, ma un ectoplasma destinato ad inabissarsi con la sua Nazionale. Per sovrammercato affidata, in panchina, ad un uomo di oltre cinquant’anni, che è tutto un tatuaggio. Ora, siccome è anche da questi particolari che si capisce con chi hai a che fare, mi chiedo dove ritenesse di arrivare una squadra senza guida, senza leader e senza talento.

    A chi mi obietta che il talento l’Argentina ce l’ha, chiedo di farmi dei nomi. Salvio? Perez? Acuna? Meza? Qualcuno dei tre sventurati della difesa (Mercado, Otamendi, Tagliafico)? Dice: c’è il Kun. Vero, ma è solo. Di Maria, pessimo all’esordio, era in in panchina. Lo Celso, mai utilizzato, pure. Dybala e Higuain sono entrati a meno di mezz’ora dalla fine con la squadra ormai spezzata in maniera ridicola. Ammesso che fosse un sistema di gioco e non una riffa, Sampaoli schierava il 4-1-5.

    Purtroppo bastava guardare Messi prima dell’inizio per capire tutto. Mentre suonava l’inno, quando tutti si caricano, anche quelli che non hanno fiato in corpo, non fosse che per un riflesso nevratile, lui si è passato una mano sul viso, tra gli occhi e la fronte. Si sentiva male? Presagiva la fine anticipata del Mondiale? Temeva di non azzeccare nemmeno una giocata? Chissà. Fatto sta che - ammesso ci sia il peggiore in campo dell’Argentina - è da cercare tra lui (completamente nullo) e il presunto portiere Caballero, un riservista che in Nazionale aveva giocato pochissimo. Solo Sampaoli, quello dei tatuaggi, poteva pensare di metterlo dentro perché bravo con i piedi.

    Infatti abbiamo visto. Non ci fosse stato Caballero sarei stato pronto a scommettere sullo 0-0 che stava bene alla Croazia e non avrebbe fatto del tutto male all’Argentina. Invece, al 54’, dopo averci provato già nel primo tempo, scaricando una palla scomoda tra i piedi di Tagliafico, Caballero ha sbagliato il rilancio verso i compagni facendoselo intercettare da Rebic che, dopo aver controllato di testa, ha scaraventato in rete. 

    Ora con Messi inesistente, senza un portiere degno di questo nome (Caballero era stato responsabile del gol anche contro l’Islanda) e Mascherano reduce dalla Cina (e si vede) come pensava di risalire questa Nazionale piena di boria e sgonfia come una gomma? Per quanto non un trionfo, era almeno credibile che passasse il primo turno (impresa già realizzata dai croati con due vittorie su due partite). Invece, tranne un mezzo miracolo, l’Argentina può già preparare i bagagli. Molti - deboli di memoria - hanno rimosso come (con fatica estrema) e quando (all’ultima gara con l’Ecuador), la Nazionale di Sampaoli riuscì a qualificarsi per la fase finale.

    In base a quale criterio avrebbe dovuto essere tra le favorite? Solo perché si chiama Argentina?Non funziona più così da tempo, meno che mai in questo Mondiale. Non so fino a dove riuscirà ad arrivare la Croazia, ma so che tatticamente è vent’anni avanti all’Argentina e tecnicamente almeno la eguaglia: il madridista Modric, il capitano della Nazionale, autore del raddoppio all’80’, valeva l’intero centrocampo avversario.
     
    Rakitic, suo compagno di linea, che ha segnato il 3-0 al 91’, è un titolare nel Barcellona. Se a questi aggiungiamo Perisic, Brozovic e Kovacic, oltre al combattete Mandzukic, possiamo subito stabilire che qualità e agonismo erano totalmente dalla parte dei croati. Il loro limite è sempre stata la continuità (ma sette partite non sono tante e terzi al Mondciale del ’98 sono già arrivati) o qualche eccesso nei comportamenti (Kalinic, rispedito a casa dal c.t. Dalic, è un esempio concreto). Per ora, comunque, a fare notizia non sono i vincitori. L’Argentina intera è sull’orlo delle lacrime. 
     
     

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