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Messi come Baggio, non Maradona: ripensaci, l'Argentina ha bisogno di te
Dopo tre finali perse, due negli ultimi anni (Coppa America del 2007 e del 2015, Coppa del Mondo 2014) la Pulga aveva voglia di cancellare l'etichetta di eterno secondo, di oggetto misterioso dell'Albiceleste. Infame il destino, proprio nella manifestazione nella quale era riuscito a spegnere le critiche con prestazioni da leader, sui livelli di Barcellona, ricamate da cinque gol, è inciampato sul più bello. Ha spedito in tribuna il rigore che avrebbe potuto fare la differenza. Un rigore che ha riportato in auge il paragone con Maradona e l'incapacità di essere decisivo come Diego.
Dopo il rigore del Gato Silva che ha portato il Cile in Paradiso, Messi è esploso in un pianto che, a differenza di quanto successo in passato, non è sfociato nel silenzio di chi incassa senza ribattere. Questa volta ha preso la parola e ha annunciato pubblicamente la volontà di lasciare l'Argentina. Parole a caldo, inevitabilmente condizionate dal momento e dalla delusione di chi ha fallito. Ancora, ancora e ancora. Tornerà sui suoi passi? Difficile dirlo. Intanto su twitter spopola l'hashtag #NoTeVayasLio, 'non te ne andare Leo'. I tifosi, questa volta, sono dalla sua parte.
Messi è arrivato a un bivio: confermare il ritiro o scegliere di continuare, libero da ogni pressione, questa volta consapevole che El Diez è uno solo e chiunque indossi quella maglia sarà costretto ad accettare il confronto. Noi ci permettiamo di dargli un consiglio: hai 29 anni, l'Argentina ha bisogno di te, c'è ancora tutto il tempo per scrivere la storia e cancellare quello zero tituli.