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Messi a Barcellona, Laporta incontra il padre: cosa c'è dietro
COSA SI SONO DETTI - A rivelarlo è Radio Catalunya, che sottolinea come i temi sul tavolo fossero tanti. A partire dall'omaggio spesso annunciato da Laporta ma mai concretizzatosi fino a un chiarimento sulle pesanti dichiarazioni del fratello di Leo, Matías ("Non torneremo a Barcellona, se lo faremo ci sarà una buona pulizia, incluso mandare via Laporta"). Ma il tema che più intriga è il futuro di Messi e il suo possibile ritorno al Barça. Una possibilità alla quale né il presidente né il club blaugrana hanno mai chiuso del tutto la porta.
REBUS FUTURO - D'altronde, dove giocherà Messi a partire da luglio è ancora un mistero. Il rinnovo con il Paris Saint-Germain non è arrivato, nonostante subito dopo il Mondiale a Parigi si respirasse una certa fiducia, confermata dalle varie dichiarazioni di Al-Khelaifi e Campos. La firma non c'è e al contrario negli ultimi mesi il clima si è fatto più incerto, con l'ambiente PSG che si interroga anche sull'effettiva necessità di proseguire il percorso con Leo (e con Neymar), mentre avanza l'idea di dover ricostruire attorno a un'unica stella Kylian Mbappé. Parigi o altrove, magari gli Stati Uniti dove l'Inter Miami è sempre in agguato per provare a portare Leo in MLS. E poi il Barcellona, con le vicende degli ultimi giorni che hanno rilanciato la questione e acceso un dibattito: ma ai blaugrana servirebbe davvero il ritorno di Messi?
SERVE DAVVERO? - Da un punto di vista economico, la risposta è chiara: la Pulce è un'operazione estremamente complessa e, tendenzialmente, da evitare. Perché l'argentino ha un ingaggio monstre, mentre il Barça è costantemente alle prese con una situazione economica in precario equilibrio. Non dimentichiamo che, entro la fine dell'estate, il Barcellona deve ridurre la massa salariale di 200 milioni di euro per restare nei limiti fissati dalla Liga: in questo contesto, inserire uno stipendio come quello di Leo sarebbe un problema. Supponendo anche di poter superare questo ostacolo, se ne para un altro riguardante i rapporti tesi tra le parti. In questo senso, l'incontro tra Laporta e il padre di Messi potrebbe essere stato il primo passo di un riavvicinamento. C'è poi un ultimo nodo che apre il dibattito più spinoso: dal punto di vista progettuale, Leo serve davvero a questo Barcellona? La squadra di Xavi ha zoppicato in Europa, fuori ai gironi di Champions League nel gruppo dell'Inter e reduce dal pareggio interno con il Manchester United nell'andata dei playoff di Europa League, ma ha vinto la Supercoppa di Spagna, è in semifinale di Copa del Rey con il Real Madrid e in campionato galoppa e comanda la Liga con 8 punti di vantaggio sui blancos di Ancelotti e una striscia aperta di 13 risultati utili consecutivi. Ha trovato nuovi equilibri e nuove risorse, dai giovani lanciati e consacrati al calcio dei grandi (Gavi per citarne uno) ad acquisti onerosi che ora stanno rendendo come Raphinha. Xavi non chiude le porte ("Ho già detto che questa è casa sua e che le sue porte sono aperte") e come potrebbe farlo di fronte a un calciatore di questo calibro, ma inserire Messi in questo contesto vorrebbe dire rimettere in discussione tutti gli equilibri e farlo comunque senza prospettive a lungo termine, vanificando anche la possibilità di valorizzare altre risorse più utili sul lungo periodo. Difficoltà e dubbi accompagnano l'entusiasmo di una parte dei tifosi del Barça dopo l'incontro tra Laporta e il padre di Messi.