Mauro: 'Ecco perchè in Italia il talento non viene fuori. Guardiola e l'insegnamento di Vialli...'
SU GUARDIOLA - Pep ruba la scena, ma Mauro porta con sé un discorso importante. Rivolto particolarmente ai più giovani: "Mi piacerebbe che tutti i giovani capissero che non c’è un’equazione tra impegno e risultato, però la cosa più bella è dare il massimo", spiega. Poi fa di Guardiola un esempio: "Pep ha baciato la medaglia del secondo posto, molti altri sportivi quando perdono trovano alibi. Invece lui bacia la medaglia, credo che questa sia la risposta e spero che i giovani lo capiscano. Luca teneva molto a questo, uno se gioca a calcio vuole diventare come i campioni ma è un momento difficile e noi abbiamo bisogno di gente perbene. Di ragazzi che capiscano che con la violenza non si fa niente".
SU MAZZONE - Naturale: c'è anche lo spazio per un ricordo di Carlo Mazzone: “Avevo 17 anni e Mazzone mi porta con lui. Non c’era un momento in cui non mi diceva di puntare l’avversario, mi infondeva sicurezza soprattutto di fronte all’errore. Io mi sentivo a un metro d’altezza e alla fine di quell’anno ho giocato in Serie A". Il messaggio è ben più ampio: "Oggi c’è il talento ma non viene fuori, perché qui l’ossessione per il risultato è molto più importante di un dribbling o un tiro. Dobbiamo avere il coraggio di dire che è importante lasciar esprimere i fondamentali nei settori giovanili. Se da 15 anni non abbiamo un cannoniere in Nazionale… Immobile fa gol in campionato ma non in Nazionale. Se è lui il riferimento forse qualche problemino c’è”.