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Maselli: 'Ma quale Inzaghi, Simeone mi ricorda Boninsegna'
Sull'amletico dubbio che si proporrà ad Ivan Juric al rientro in campo di Pavogol, è intervenuto anche una vecchia conoscenza dei tifosi rossoblu come Claudio Maselli che, intervistato da Repubblica, ha detto la sua: “Se io fossi l'allenatore, farei di tutto per farli giocare assieme. Sono due tra i giocatori migliori che il Genoa ha e bisogna trovare il modo di farli coesistere. A costo di cambiare modulo – ha aggiunto l'ex giocatore ed allenatore del Grifo - nel 3-4-3 infatti gli esterni d'attacco rientrano molto e ho seri dubbi sul fatto che Simeone possa interpretare quel ruolo come vorrebbe Juric. E' un giovane e certamente potrebbe adattarsi, però rischierebbero di venire meno le sue qualità. E allora la cosa più semplice sarebbe l'accoppiata Pavoletti-Simeone, una coppia di grande forza fisica per scardinare le difese avversarie”.
Molti però esprimono dubbi sulle reali intenzioni di Juric di modificare il proprio schema tattico: “Cambiare è sintomo di intelligenza – dichiara Maselli - Sono finiti i miei tempi quando tutti giocavano con il 3-5-2 e non c'era verso di uscire dal coro. Juric ha a disposizione un potenziale offensivo importante e sarebbe un delitto non riuscire a sfruttarlo. Il tecnico croato sta facendo un ottimo lavoro. Il Genoa è una squadra quadrata che ti concede pochissimo e sa approfittare con grande lucidità degli errori degli avversari. Domenica a Bologna ho visto un Genoa di grande personalità, una squadra tosta che non molla e quando c'è da randellare non si tira indietro. Juric quando faceva il calciatore era così ed è stato bravo a trasmettere ai giocatori la sua idea di calcio”.
Maselli è uno che di calciatori in erba se ne intende, avendo allenato per quasi dieci anni le giovanili del Grifone. Viene quasi naturale, quindi, chiedergli un parere sul Cholito. Lui non si esime e tira fuori un parallelo suggestivo: “Chi lo ha paragonato a Paolo Rossi o a Pippo Inzaghi – afferma - evidentemente non ha visto giocare Boninsegna. A me il ragazzo argentino ricorda proprio il mitico Bonimba. Anche lui è un uomo d'area e ha grande prestanza. A Bologna mi ha impressionato nell'azione nella quale ha colpito il palo: ha corsa, forza e pure coraggio. Hanno anche provato a racchettarlo ma lui non ha fatto una piega”.