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    Marino: ricostruiamo il 'Giallo Soriano'

    Marino: ricostruiamo il 'Giallo Soriano'

    Dopo qualche anno di recessione, finalmente siamo tornati ai fasti del Calciomercato stellare di una volta. Mai come in questa finestra estiva di trattative, i grandi clubs italiani si sono convinti a ritornare ad investire importi milionari a doppia cifra, anche su singole transazioni, per accaparrarsi il meglio dei top players in giro per il mondo.

    Naturalmente questa imponente ed entusiasmante cascata di milioni immessa dalle Società sul mercato internazionale, fa bene all’ appeal del calcio italiano ed alla credibilità dell’ intero sistema calcio Italia. Aumenta così il contenuto tecnico e qualitativo della Serie A, e di conseguenza migliorano la spettacolarità e la competitività del prodotto televisivo sull’ Italia e soprattutto sull’ estero.

    Esaminiamo allora come è stato possibile questo fulmineo ed, in parte, imprevisto miracolo, che ha invertito la netta tendenza recessista che aveva caratterizzato gli ultimi anni.

    Il mancato accesso in Champions League per più di un anno di Milan ed Inter, club portatori, comunque, di pachidermici costi di gestione, ha convinto le due proprietà che bisogna acquisire i grandi fuoriclasse per accedere agli imprescindibili e imponenti introiti della Coppa con le orecchie. Per una grande Società non accedere alla Champions equivale, in termini economici, alla retrocessione di una medio-piccola in Serie B. Se poi la cosa accade per due anni, si rischia di sfiorare il disastro finanziario.

    L’ euforica politica di investimento di questa estate, però, non ha riguardato solo le big orfane della Champions. La sindrome spendereccia ha interessato quasi tutte le “grandi” e vediamo perché. Grazie, soprattutto all’ottimo lavoro dell’advisor Infront, la nuova raccolta 2015/2018 derivante dalla cessione dei diritti audiovisivi della Serie A ha fatto registrare un clamoroso ed imprevisto (considerati i nefasti scenari economici internazionali) aumento di quasi il 25% dei ricavi.

    Questo si traduce nel fatto che, nei prossimi tre anni, i grandi club introiteranno complessivamente 60/70 milioni in più, che azionisti e manager hanno deciso di dirottare subito verso coraggiosi investimenti per aumentare la competitività delle proprie squadre. Qualcuno, a questo punto, si chiederà, se questi hanno già speso in una sola volta il tesoretto dei tre anni, cosa succederà, nel futuro biennio in caso di scadenti risultati sportivi e mancate qualificazioni Champions? Ma di questo meglio parlarne più avanti ed augurare a tutti il meglio possibile a tutti.

    IL GIALLO SORIANO - Lunedi scorso, mentre ero ospite di Gazzetta TV, per commentare le ultime due ore di calciomercato, mi ha incuriosito molto, seguire gli sviluppi del misterioso scambio tra Soriano e Zuniga. Un trasferimento già concluso, saltato per ritardato/mancato deposito delle documentazioni contrattuali a supporto.

    Questa è una di quelle vicende romanzesche del mercato, che vengono avvolte da un sottile velo di mistero, per essere poi destinate alla diversità/fantasiosità delle versioni delle parti. Sulla base dell’ intuito dettato dall’esperienza ed anche di qualche spiffero raccolto in giro, proviamo una più che possibile ricostruzione dei fatti.

    Alle 20,30 di lunedi, De Laurentiis è a Roma, gli operativi (segretario ed amministratore) del Napoli si trovano, invece, correttamente nella sede del calciomercato (Ata Hotel) e all’ Hotel Gallia stazionano Giuntoli e i vertici della Sampdoria, compreso Ferrero. I dirigenti della Sampdoria hanno già in mano la documentazione relativa all’ acquisizione di Zuniga, mentre attendono che Soriano, da Coverciano, dia il proprio benestare al passaggio  agli azzurri e sottoscriva il fascicolo del trasferimento che è in mano al Napoli. Alle 21 un autorevole dirigente del Napoli lancia un grido d’ allarme: ”Qui se non ci sbrighiamo, calcolate le nostre complesse e lunghe tempistiche contrattuali, non ce la facciamo in tempo e salta tutto”. Ma l’ appello resta inascoltato dalle parti e nessuna fa nulla per dare una accelerata alla trattativa.

    Quando Soriano accetta il trasferimento manca poco meno di una ora alla scadenza dei termini. Comunque, con un poco di buona volontà, il tempo c’è per mettere a posto tutto, anche se De Laurentiis deve seguire la vicenda e firmare standosene a Roma. Ma, cosa fanno i protagonisti ? Incredibilmente, incuranti della incombente orario di chiusura dei depositi, si impantanano su futili clausole e bonus, come se ognuno si divertisse a tenere in scacco l’ altro. Il risultato di questi continui bracci di ferro, è che, tra una sfuriata e l’ altra, si sfora il tempo limite delle 23 e si va anche oltre.

    A questo punto, ragionevolmente, bisogna chiedersi, ma quanta voglia ed entusiasmo avevano veramente le parti di chiudere questa transazione? Ed ora non si dica che la colpa è dei regolamenti, perché il calciomercato è già troppo lungo (tre mesi) per richiedere anche i “tempi supplementari”. Alla fine della giostra il vero danneggiato è il povero Ferrero, che vede volatilizzarsi davanti agli occhi oltre tredicimilioni e si ritrova in organico un giocatore che aveva già ceduto. E chissà che qualcuno, dall’altra parte, magari non ci rida anche su.
     
    Pier Paolo Marino 

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