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I 60 anni di Roberto Mancini: "Italia, se potessi tornare indietro... Roma, con un bel progetto avrei detto sì"
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Roberto Mancini si pente. Al compimento dei 60 anni, l’ex campione di Bologna, Sampdoria e Lazio e poi allenatore tra le altre di Fiorentina, Lazio, Inter, Manchester City e Nazionale, si concede un’intervista a Il Giornale. Nella quale ripercorre i momenti più significativi della sua carriera e trova spazio pure per tornare sull’improvviso e tormentato addio alla panchina dell’Italia dell’estate 2023.
“Quel saldo rapporto di fiducia che avevo con la Federazione si era reciprocamente incrinato. Ma, se potessi tornare indietro, affronterei tutto in maniera diversa. Perché se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati e chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così”. Poche settimane dopo le dimissioni da ct, Mancini accettò la sfida di allenare l’Arabia Saudita, forte di una ricchissima proposta economica. “Non nego che, per un allenatore, l’offerta di una cifra così alta ti metta in crisi. Però non è stata determinante. Ha inciso, ma non è stato per quello che ho lasciato la panchina della Nazionale”.
Anche l’avventura alla guida dell’Arabia Saudita è finita dopo poco più di un anno, complici i deludenti risultati nell’ultima Coppa d’Asia e le difficoltà incontrate nel cammino di qualificazione ai prossimi Mondiali. Nell’intervista a Il Giornale, Roberto Mancini parla così del proprio futuro: “Voglio alzare la Coppa del Mondo, ho ancora un conto in sospeso. Quando diventai ct della Nazionale, dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale”. E sull’offerta della Roma, che lo ha sondato prima di virare su Claudio Ranieri in seguito all’esonero di Juric: “Non sono mai stato contattato dalla Roma, nessuna chiamata dalla dirigenza. Mi ha fatto piacere leggere che molti tifosi romanisti ne sarebbero stati felici e molti laziali incazzati. Se ci fossero state le condizioni di un bel progetto da portare avanti assieme, avrei detto di sì”.
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“Quel saldo rapporto di fiducia che avevo con la Federazione si era reciprocamente incrinato. Ma, se potessi tornare indietro, affronterei tutto in maniera diversa. Perché se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati e chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così”. Poche settimane dopo le dimissioni da ct, Mancini accettò la sfida di allenare l’Arabia Saudita, forte di una ricchissima proposta economica. “Non nego che, per un allenatore, l’offerta di una cifra così alta ti metta in crisi. Però non è stata determinante. Ha inciso, ma non è stato per quello che ho lasciato la panchina della Nazionale”.
Anche l’avventura alla guida dell’Arabia Saudita è finita dopo poco più di un anno, complici i deludenti risultati nell’ultima Coppa d’Asia e le difficoltà incontrate nel cammino di qualificazione ai prossimi Mondiali. Nell’intervista a Il Giornale, Roberto Mancini parla così del proprio futuro: “Voglio alzare la Coppa del Mondo, ho ancora un conto in sospeso. Quando diventai ct della Nazionale, dichiarai i miei due obiettivi: vincere un Europeo e un Mondiale”. E sull’offerta della Roma, che lo ha sondato prima di virare su Claudio Ranieri in seguito all’esonero di Juric: “Non sono mai stato contattato dalla Roma, nessuna chiamata dalla dirigenza. Mi ha fatto piacere leggere che molti tifosi romanisti ne sarebbero stati felici e molti laziali incazzati. Se ci fossero state le condizioni di un bel progetto da portare avanti assieme, avrei detto di sì”.
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