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Margiotta a CM: 'Martinez, primo venezuelano a segnare in Serie A. Ecco chi può fare come lui'
Una Nazione (calcisticamente) in crescita trova la sua incarnazione nel primo gol realizzato da un proprio rappresentante nel campionato che fu il più bello del mondo: Josef Martinez, a segno contro il Palermo, è il primo venezuelano della storia a lasciare la propria firma sulla Serie A. I vari Nobili e Paciocco del passato erano italiani, che per nascita o ventura avevano rapporti con il Paese sudamericano, del quale però nemmeno conservavano la nazionalità. Il primo calciatore ad andare in rete con passaporto venezuelano fu Massimo Margiotta, che però scelse l'appartenenza tricolor quando già era un consumato bomber italiano. E a lui, oggi dirigente del Vicenza, ci siamo rivolti in qualità di raro esperto di entrambe le realtà.
Margiotta, lei si considera di fatto il primo venezualeno della Serie A?
"Sì, perchè sono nato in Venezuela e lì ho vissuto i primi 8 anni della mia vita: poi, per motivi familiari, sono tornato in Abruzzo, e ho iniziato a fare la trafila nel Pescara per poi via via proseguire con la carriera. Quindi sì, di fatto sono io il primo venezuelano ad aver giocato in Italia".
Josef Martinez è il primo vero venezuelano 100% a calcare i nostri campi...
"In realtà c'erano stati altri elementi, come Vitali, comprato da Lotito per la Lazio, che però non esordì in Serie A (giocò nelle serie inferiori con Poggibonsi e Sora, n.d.r.), e oggi all'Empoli c'è Signorelli. Però Martinez è stato il primo a debuttare in massima categoria, e soprattutto il primo a segnare. E spero sia il primo di tanti".
Lei crede nel futuro del calcio di quel Paese?
"Lo credo eccome, perchè in Venezuela c'è tanto materiale calcistico. Basti pensare a un Arango, che si è imposto sia in Spagna che in Germania, a Rondòn dello Zenit che pure lui prima ha fatto tanti gol nella Liga, e ad altri. Inoltre, i calciatori venezuelani costano pure mediamente poco, probabilmente perchè il movimento intero è sottovalutato a causa delle mancate qualificazioni ai Mondiali. Io credo molto nel Venezuela. Nell'ultima Copa America è arrivato 4°, e le più recenti qualificazioni l'hanno vista fuori sempre per questione di poco. E poi affrontare sempre un girone con Brasile, Argentina, Colombia, Ecuador non sarebbe semplice per nessuno".
Josef Martinez, dunque: che opinione ne ha?
"Non conosco benissimo il giocatore, molto giovane. In questo senso, Ventura segue quello che il calcio chiede oggi; ma di sicuro, c'è da dire che con lui gli attaccanti hanno sempre fatto tantissimi gol. Almeno quelli che lui ha potuto scegliere personalmente di avere con sé".
La punta del Torino è rapida e tecnica; gli attaccanti come lei pare non vadano di moda, eppure funzionavano piuttosto bene...
"Certi attaccanti con una struttura fisica importante, come Toni, lo scorso anno hanno fatto 20 gol, o 15 come Llorente... Il calcio da sempre segue l'andazzo del momento, com'è naturale che sia: a dettare legge sono prima le intuizioni di Sacchi, poi quelle di Zeman, ora quelle del Barcellona; una volta il trequartista non c'è più, poi è quello davanti alla difesa che deve essere a seconda dei periodi un incontrista o un costruttore. Il calcio cambia continuamente, a volte le cose passano, ma poi quasi certamente ritornano".
Lo scorso campionato ha visto il suo Vicenza finire molto lontano dal Frosinone, anche se poi per vie traverse è andata per il meglio. E' innegabile però che in molti vi aspettassero come protagonisti...
"Sono contento per il Frosinone, lì dove ho lasciato degli amici durante i due anni in cui ho giocato, ma soprattutto per la famiglia Stirpe, persone splendide che meritano tante soddisfazioni. Per quanto riguarda il Vicenza, eh...onestamente, ce lo aspettavamo anche noi. Purtroppo il campionato e in particolare la Lega Pro presentano difficoltà che vanno al di là delle intenzioni e delle aspettative: noi eravamo partiti per vincere, ma non siamo stati gli unici a fallire quest'obiettivo. Ci dispiace molto".
Come si trova a operare da dirigente nel club biancorosso?
"Nel Vicenza si lavora benissimo sul settore giovanile, ci sono spazi di manovra per dare il meglio di sé. Infatti stanno crescendo bene tantissimi ragazzi. Se poi già l'anno prossimo alcuni verranno ritenuti pronti per aiutare la prima squadra non spetta a me dirlo, ma di certo sotto questo aspetto qui si può lavorare davvero in maniera ottimale".
A proposito di giovani, come vede il settore del Torino? Sta tornando a eccellere nei risultati.
"Ho visto il quarto di finale contro l'Atalanta, notando diversi ragazzi di gran valore e un allenatore preparatissimo: possono solo essere soddisfatti per quello che sono riusciti a fare, e a maggior ragione se confrontiamo gli investimenti con cui può operare una società di medie dimensioni come il Torino rispetto alle potenzialità dei club di prima fascia".
Margiotta è soddisfatto di lavorare con i ragazzi, o cova ambizioni diverse?
"Mi piace moltissimo il settore giovanile, mi sento pronto e motivato per poterlo dirigere; non so cosa mi riserverà il futuro né dove, ma sia dietro la scrivania che, prima, sul campo, credo di aver acquisito l'esperienza necessaria".
Margiotta, lei si considera di fatto il primo venezualeno della Serie A?
"Sì, perchè sono nato in Venezuela e lì ho vissuto i primi 8 anni della mia vita: poi, per motivi familiari, sono tornato in Abruzzo, e ho iniziato a fare la trafila nel Pescara per poi via via proseguire con la carriera. Quindi sì, di fatto sono io il primo venezuelano ad aver giocato in Italia".
Josef Martinez è il primo vero venezuelano 100% a calcare i nostri campi...
"In realtà c'erano stati altri elementi, come Vitali, comprato da Lotito per la Lazio, che però non esordì in Serie A (giocò nelle serie inferiori con Poggibonsi e Sora, n.d.r.), e oggi all'Empoli c'è Signorelli. Però Martinez è stato il primo a debuttare in massima categoria, e soprattutto il primo a segnare. E spero sia il primo di tanti".
Lei crede nel futuro del calcio di quel Paese?
"Lo credo eccome, perchè in Venezuela c'è tanto materiale calcistico. Basti pensare a un Arango, che si è imposto sia in Spagna che in Germania, a Rondòn dello Zenit che pure lui prima ha fatto tanti gol nella Liga, e ad altri. Inoltre, i calciatori venezuelani costano pure mediamente poco, probabilmente perchè il movimento intero è sottovalutato a causa delle mancate qualificazioni ai Mondiali. Io credo molto nel Venezuela. Nell'ultima Copa America è arrivato 4°, e le più recenti qualificazioni l'hanno vista fuori sempre per questione di poco. E poi affrontare sempre un girone con Brasile, Argentina, Colombia, Ecuador non sarebbe semplice per nessuno".
Josef Martinez, dunque: che opinione ne ha?
"Non conosco benissimo il giocatore, molto giovane. In questo senso, Ventura segue quello che il calcio chiede oggi; ma di sicuro, c'è da dire che con lui gli attaccanti hanno sempre fatto tantissimi gol. Almeno quelli che lui ha potuto scegliere personalmente di avere con sé".
La punta del Torino è rapida e tecnica; gli attaccanti come lei pare non vadano di moda, eppure funzionavano piuttosto bene...
"Certi attaccanti con una struttura fisica importante, come Toni, lo scorso anno hanno fatto 20 gol, o 15 come Llorente... Il calcio da sempre segue l'andazzo del momento, com'è naturale che sia: a dettare legge sono prima le intuizioni di Sacchi, poi quelle di Zeman, ora quelle del Barcellona; una volta il trequartista non c'è più, poi è quello davanti alla difesa che deve essere a seconda dei periodi un incontrista o un costruttore. Il calcio cambia continuamente, a volte le cose passano, ma poi quasi certamente ritornano".
Lo scorso campionato ha visto il suo Vicenza finire molto lontano dal Frosinone, anche se poi per vie traverse è andata per il meglio. E' innegabile però che in molti vi aspettassero come protagonisti...
"Sono contento per il Frosinone, lì dove ho lasciato degli amici durante i due anni in cui ho giocato, ma soprattutto per la famiglia Stirpe, persone splendide che meritano tante soddisfazioni. Per quanto riguarda il Vicenza, eh...onestamente, ce lo aspettavamo anche noi. Purtroppo il campionato e in particolare la Lega Pro presentano difficoltà che vanno al di là delle intenzioni e delle aspettative: noi eravamo partiti per vincere, ma non siamo stati gli unici a fallire quest'obiettivo. Ci dispiace molto".
Come si trova a operare da dirigente nel club biancorosso?
"Nel Vicenza si lavora benissimo sul settore giovanile, ci sono spazi di manovra per dare il meglio di sé. Infatti stanno crescendo bene tantissimi ragazzi. Se poi già l'anno prossimo alcuni verranno ritenuti pronti per aiutare la prima squadra non spetta a me dirlo, ma di certo sotto questo aspetto qui si può lavorare davvero in maniera ottimale".
A proposito di giovani, come vede il settore del Torino? Sta tornando a eccellere nei risultati.
"Ho visto il quarto di finale contro l'Atalanta, notando diversi ragazzi di gran valore e un allenatore preparatissimo: possono solo essere soddisfatti per quello che sono riusciti a fare, e a maggior ragione se confrontiamo gli investimenti con cui può operare una società di medie dimensioni come il Torino rispetto alle potenzialità dei club di prima fascia".
Margiotta è soddisfatto di lavorare con i ragazzi, o cova ambizioni diverse?
"Mi piace moltissimo il settore giovanile, mi sento pronto e motivato per poterlo dirigere; non so cosa mi riserverà il futuro né dove, ma sia dietro la scrivania che, prima, sul campo, credo di aver acquisito l'esperienza necessaria".