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Marchisio: 'Si giochi o lo Stato si prenda la responsabilità. Decreti, tante parole e pochi fatti: il calcio bisogna conoscerlo...'
SUL FUTURO - "Mi auguro che si torni a giocare. Me lo auguro perché voglio pensare in modo ottimista e perché amo il calcio e sinceramente mi manca. Ora leggo che il problema sarebbe il rischio di contagio e non vorrei che si aspettasse il rischio di contagio zero. Perché il rischio zero in uno sport di contatto non può esistere. Bisogna cercare di strutturare tutto al meglio perché il rischio sia minore possibile, se ci si aspetta che sia zero allora non si riaprirà mai".
SULLO STOP - "La decisione sarebbe da rispettare, ma allora lo Stato dovrebbe prendersi delle responsabilità, perché in questo momento servono decisioni concrete per mandare avanti l'economia del Paese, economia di cui il calcio fa parte insieme ad altre tante aziende e settori fermi in questo momento. Mi spaventano le tante parole e i pochi fatti di quei decreti e mi preoccupo da imprenditore, io ho tre ristoranti. Le società di calcio fallirebbero senza la ripartenza, provocando la perdita del lavoro non solo dei giocatori, ma soprattutto dei lavoratori che contribuiscono al funzionamento della macchina".