Marcello Lippi ospite della quarta puntata di Social Football Cafè
Nella mezz’ora trascorsa con gli ospiti si sono approfonditi diversi punti, tutti inerenti al nuovo modo di raccontare il calcio con uno stile da dietro le quinte proprio dei documentari usciti negli ultimi anni a cura di Netflix. Amazon e Sky. Marcello Lippi ha parlato del rapporto con alcuni suoi giocatori oggi allenatori, il suo addio al calcio con un occhio al futuro.
PARLA LIPPI - L’inizio della puntata è subito un’occasione per chiedere a mister Marcello Lippi quali sono le cose che gli mancano oggi del calcio: “Sinceramente il calcio lo vivo quotidianamente il calcio ancora oggi, in televisione guardo solo quello, ma del calcio da allenatore non mi manca niente. Da un anno ho deciso di non allenare perché sento che non mi manca niente. Se dovesse arrivare una chiamata in un lavoro diverso, tipo il supervisore tecnico in una società dove ho degli amici, la prenderei in considerazione”.
SULLA ATTUALE CRISI CHE STA ATTRAVERSANDO IL CALCIO - “Bisognerebbe partire da un ridimensionamento generale. Non tutti, ma la maggior parte dei proprietari di club (che volevano la Superlega, ndr) sono arabi, russi o americani, per questo non conoscono la nostra cultura calcistica, la nostra mentalità e quella dei tifosi. Ad esempio, la storia delle società più piccole che attraverso la programmazione riescono ad ottenere risultati battendo anche squadre più forti: questo è il bello del calcio. C’è stato un grande concorso di colpa. Se è vero che i proprietari hanno deciso di fare ciò per riparare ai debiti dei club, la colpa è anche delle istituzioni che non ha controllato questo indebitamento”.
SUI FILM E DOCU-SERIE CHE RACCONTANO IL MONDO DEL CALCIO - “Non mi piacciono. Ho visto la qualità e onestamente non mi sono piaciute. A proposito della serie su Totti, non mi è piaciuto nemmeno vedere una persona diversa con una voce diversa che interpretano quella parte. Io ho sempre impedito l’ingresso di telecamere negli spogliatoi o cose simili, poi mi sono reso conto che il mondo stava cambiando e ho capito che dovevo essere più permissivo nei confronti di queste proposte”.
SULLA DIFFICOLTÁ DEL RUOLO DELL’ALLENATORE – “Quando uno smette di giocare pensa di sapere tutto del calcio ma non è così. Però molti giocatori sono predisposti. Deschamps era un leader, era già un allenatore in campo, aveva già la mentalità da allenatore. Su Conte avrei scommesso che avrebbe saputo trasmettere la sua voglia. Zidane non pensavo che sarebbe diventato un allenatore così grande. È un ragazzo dolcissimo, molto serio che va d’accordo con tutti, eppure durante la carriera ha fatto alcuni gesti che non gli appartengono. Gattuso è quello che caratterialmente mi somiglia di più, alla Fiorentina farà bene”.
SULL’ITALIA ALL’EUROPEO - “Nazionali come Italia, Francia, Spagna, Germania, Inghilterra, Olanda quando partecipano a queste competizioni partono per vincere e potenzialmente lo possono fare tutte. Ci vuole la fortuna che i giocatori importanti ci siano tutti e che arrivino tutti in forma. Quindi anche noi possiamo vincere. Mancini ha dato ottima organizzazione, mentalità e bel gioco”.
PARLA CONDÓ - Alla puntata ha partecipato anche il giornalista di Sky e Repubblica Paolo Condò, che si è espresso in questi termini riguardo alla crisi che sta attraversando il sistema calcio: “Non se ne esce con un singolo provvedimento, ma una riforma complessiva. Il problema quando sono arrivate le presidenze dei russi, arabi e più di recente cinesi, è che questi non avevano come obiettivi la vittoria sportiva, il guadagno attraverso il calcio, ma quello che viene definito il soft power. Ovvero, il calcio come grimaldello per entrare in mondi dove altrimenti faresti fatica ad entrare. Per quanto riguarda la perdita di interesse dei giovani per questo sport, mi sembra una di quelle profezie autoavveranti. Io a partire dai miei figli conosco un sacco di ragazzi che se c’è una bella partita in tv non si perdono un minuto e anche loro sono dei giocatori di Fortnite che è quello che viene considerato il competitor principale.
Il percorso del Social Football Cafè si ferma per una settimana e riprenderà in occasione di mercoledì 8 giugno alle 14:30 con la puntata “Content, social e analisi dati” con focus su Top 5 campionati europei e Euro2020 powered by Talkwalker insieme a Stefano Russo (Talkwalker), Damiano Cori (Social Media Soccer), Lorenzo Dallari (Lega Serie A).