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Juve, 25 anni fa l'ultima Champions. Lippi: 'Maledizione? Non so, abbiamo dominato in Italia e in Europa' VIDEO
Il 22 maggio 1996 a Roma la Juventus batte l'Ajax ai rigori in finale e vince la Champions League. L'ex allenatore dei bianconeri Marcello Lippi ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Un trionfo eccezionale. La Juve è abituata a vincere, ma fino a quel momento aveva sollevato una sola volta la Coppa dei Campioni e in una notte tragica. Vialli, Ravanelli e Del Piero avevano grande forza oltre che classe".
"Al 120' ero sereno e nel tempo ho avuto la conferma che lo sviluppo della partita incide sui penalty. Ricordo la bellezza e la fierezza di quegli sguardi prima dei rigori con l'Ajax: una bellissima sensazione. C'è una correlazione importante tra stato d’animo e percentuale di realizzazione. Ferrara e Pessotto primi rigoristi perché i primi tiri possono indirizzare il risultato. E allora mandai sul dischetto due ragazzi saggi, che sapevano controllare le emozioni. E segnarono, come fecero dopo Padovano e Jugovic. Il quinto rigorista sarebbe stato Del Piero, ma non fu necessario perché Peruzzi ne aveva parati due. Jugovic entrò al posto dell’infortunato Conte. Ma non è mai stato difficile fare una formazione alla Juve: tutte quelle vittorie sono possibili solo se i giocatori sono bravi e intelligenti".
"Dominammo il girone con Borussia Dortmund, Steaua Bucarest e Glasgow Rangers, ma la svolta arrivò nei quarti contro il Real Madrid. Al Bernabeu perdemmo 1-0, ma al ritorno Del Piero e Padovano la ribaltarono. In semifinale con il Nantes si sbloccò anche Vialli, che però non soffriva per la mancanza del gol. Tra me e Luca c'era un rapporto speciale. Quando avevo bisogno di mandare un messaggio al gruppo, chiamavo lui e gli dicevo: 'Oggi durante l’allenamento ti rimproverò. E i compagni recepivano".
"Nonostante altre cinque finali, la Juve non ha più vinto. Una maledizione? Non lo so. Con me il bilancio è di quattro finali, di cui tre consecutive. Era una Champions diversa, ma se arrivi in fondo per tre anni di fila significa che stai dominando il calcio europeo. E andavamo in finale vincendo sempre il campionato, tranne nel 1996. E’ difficile portare avanti le due manifestazioni. Dico solo che non si può vincere sempre e che la cosa più importante è rinnovare mantenendo un alto livello di competitività. Così il tifoso può sempre sognare di vincere e se poi non arriva il successo... beh, pazienza. Lo sport è questo".