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    Mandzukic: 'Noi come belve feroci. Che rapporto con Higuain! Sul tridente...'

    Mandzukic: 'Noi come belve feroci. Che rapporto con Higuain! Sul tridente...'

    La Juventus è già a Doha, a differenza del Milan, ancora in attesa di partire in vista della finale di Supercoppa italiana di venerdì. I bianconeri di Allegri arrivano al meglio a questa sfida, reduci dall'importante vittoria contro la Roma firmata Higuain. Tra i protagonisti del primato in campionato non c'è solo il Pipita, ma anche Mario Mandzukic, che ha sostituito al meglio l'infortunato Dybala. Queste le parole del croato al Corriere della Sera: "Come ho iniziato col calcio? Grazie a mio padre, che era un bravo stopper. Lui mi portava agli allenamenti e io mi sono innamorato di questo sport. Il mio idolo era Ronaldo, il Fenomeno. Passione, coraggio e orgoglio, sono concetti essenziali. Rappresentato quello che provo o che voglio sentire: nel calcio ma anche nella vita privata".

    Sul rapporto con i gol: ""Giudicato per i gol fatti? Metto tutta l'energia che ho, che è tanta, per aiutare la Juventus a vincere. La cosa più importante è che lo sappiano i compagni e l'allenatore. E qualche volta ho l'impressione che lo capiscano meglio i tifosi di tanti esperti. Ma è meglio vincere le partire che contare i propri gol". 

    Sul momento difficile dello scorso anno: "Contro l'Udinese alla prima giornata mi sono ferito su un tabellone pubblicitario. A me non piace piagnucolare perché mi deprime ancora di più e non voglio mai cercare scuse. Preferisco lottare contro il dolore, ma ammetto che ho avuto 3-4 mesi complicati : la ferita si è infettata e ho dovuto prendere antibiotici. Qualsiasi contatto in allenamento mi dava fastidio". 

    Sulle panchine: "Non è un'arrabbiatura vera e propria. Tutto nasce da questo mio amore viscerale per il calcio. Ed è più un dispiacere: come quando un bambino piccolo sta giocando in cortile e viene chiamato, perché deve tornare a casa. Non riesco a nascondere le mie emozioni, non sono un robot. Ci metto tanta passione ed è normale che mi dispiaccia uscire. Ma non è niente di così grave". 

    "Aria da cattivo? Ma no, sono 'cattivo' solo sul campo. Garanzie quando è arrivato Higuain? No. In una squadra come la Juve arrivano solo quelli più forti. Con Higuain ci capiamo benissimo, sia in campo che fuori. Forse a qualcuno piacerebbe che ci fosse disaccordo tra noi due, ma c'è grande stima reciproca. Poi ognuno di noi deve dimostrare sul campo quanto vale e si deve ricavare il proprio spazio. In coppia col Pipita? Perché no? Non mi sono mai posto il problema o fatto dei film in testa. E credo che abbiamo dimostrato di essere capacissimi di giocare insieme. Ho una visione del calcio nella quale bisogna essere aperti alle varie possibilità, senza farsi troppi problemi, ma lavorando per vincere". 

    "Io corro più di Higuain? No, io corro più di tutti! Tridente con Dybala? I bravi giocatori possono sempre trovare un'intesa. Il calcio è in realtà molto semplice. Anche se a volte qualcuno deve renderlo complicato e difficile". 

    Sul rapporto con Allegri: "La pensiamo allo stesso modo".

    Sulla Juve "squadra di animali", come dice Spalletti: "Anche lui mostra tanta energia quando guida la squadra durante la partita: se un allenatore come lui dice così, ci fa un grande complimento. Deve essere sempre così: non basta indossare la maglietta e aspettare che gli altri caschino ai nostri piedi. Dobbiamo essere belve feroci: così si vince. E si rivince". 

    Sulla sfida col Milan: "E' una finale, quindi difficile. La sconfitta di Milano per noi è un avvertimento, un pro memoria. Ma è anche la motivazione per arrivare più concentrati e focalizzati sulla vittoria". 

    Sulla Champions, che Mandzukic ha vinto col Bayern: "Cosa si prova? E' difficile da descrivere, ma è qualcosa che rimane per sempre e per me è un ricordo bellissimo. Anche per questo vorrei tantissimo rivivere la stessa sensazione con la Juve". 

    Sul post carriera da calciatore: "Cosa vorrei fare? L'allenatore, perché il calcio per me è tutto e vorrei contribuire con qualcosa di mio, per insegnare e trasmettere agli altri tutto quello che ho imparato". 

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