Manfredini si ribella:|'Processo da inquisizione'
- "Qualcuno almeno mi spieghi perché la mia carriera è finita. Una spiegazione, non chiedo altro. Penso che sia un diritto. No?".
Disperato. Thomas Manfredini, l'unico vero condannato per il calcioscommesse (gli altri erano tutti a fine carriera, o quasi) è disperato. "Io ho 31 anni adesso. Quando avrò scontato la pena ne avrò 34, e dopo 3 anni di stop non sarò più nemmeno un calciatore: praticamente i giudici mi hanno ucciso. E senza darmi nessuna motivazione".
Veramente ci sono 55 pagine di sentenza.
"Le ha lette? Sono certo di sì, comunque per sicurezza le rileggo le parti che mi riguardano. Che sono solamente una, a pagina 38. Il giudice stava parlando di Ascoli-Atalanta. Secondo l'accusa c'era stato un tentativo di sistemarla per far vincere l'Atalanta: 'A questo punto però - è il giudice che scrive - emerge quanto riferito da Micolucci in ordine a una proposta ricevuta personalmente in campo da Manfredini per pareggiare l'incontro'. Fine. Basta. In tutto il resto della sentenza, in tutto il resto del processo, in tutte le carte che ci sono il mio nome non compare più. Ed io per questo mi ritrovo senza un lavoro e senza un futuro. Le sembra normale?".
Però Atalanta-Ascoli finì in effetti in pareggio.
"E noi dell'Atalanta eravamo incazzati neri. E poi che facciamo? condanniamo tutti quelli che fanno un pareggio inatteso?"
Non vorrà
negare che esiste un problema "calcio biscottato" in Italia? Atalanta-Piacenza l'abbiamo vista tutti.
"Guardi, io non voglio parlare di problemi non miei, quella partita personalmente l'ho giocata col coltello tra i denti. Le dico: il nostro calcio non è assediato dal calcioscommesse. Io l'anno scorso non ho visto nulla di strano. Sa invece cosa c'è di strano?".
Cosa?
"Che la procura Federale e la commissione disciplinare hanno creduto a uno (Micolucci, ndr) che è stato arrestato a Cremona per associazione a delinquere e su cui quindi c'erano molti sospetti e non a me che a Cremona non sanno neanche chi sono. Hanno ritenuto che Micolucci dicesse la verità, così, per partito preso. E non hanno fatto nessun riscontro".
Scusi ma che interesse aveva Micolucci ad accusarla?
"La sua posizione era disperata, rischiava 5 anni e la radiazione. 'Collaborando' ha preso 14 mesi".
Ma perché fare proprio il suo nome? "Questo davvero non lo so, io con Micolucci sono stato compagno di squadra 12 anni fa, forse per questo".
Ma lei, dopo quelle dichiarazioni, ci ha parlato?
"No. Ero convinto che le sue accuse non avrebbero trovato alcun riscontro. E così è stato. Ma nonostante questo adesso io sto con la carriera finita e lui tra un anno ricomincia a giocare".
Lei è stato sentito da Palazzi?
"Non da Palazzi. Da due suoi emissari, pensavo di aver chiarito. E invece mi hanno deferito. Speravo nel processo e invece ho scoperto che la giustizia sportiva non dà la possibilità di replicare e mette gli imputati nella condizione di non difendersi. Nessun avvocato è stato ascoltato davvero dalla corte, sembrava un processo dell'inquisizione. E infatti nella sentenza non si fa riferimento nemmeno a una parola detta dagli avvocati. Eppure hanno parlato per tre giorni, qualcuno di loro avrà pur detto qualcosa di intelligente!".
Adesso cosa farà?
"Io a 14 anni ho smesso di studiare e mi sono trovato un lavoro. Consegnavo le pizze con il motorino. Poi sono diventato calciatore in A. Il calcio è tutta la mia vita. E farò di tutto perché non mi venga distrutta. Spero che almeno in appello vengano ascoltate le nostre ragioni. Se non dovessi riuscire proverò in ogni altra sede e con ogni altro mezzo. E alla fine qualcuno mi dovrà dare quella spiegazione. Se possono togliermi la professione, non permetterò che mi tolgano la dignità".