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    Mancini, tutti i retroscena dell'addio: la chiamata a Gravina prima della Pec e i contatti con l'Arabia sin da giugno

    Mancini, tutti i retroscena dell'addio: la chiamata a Gravina prima della Pec e i contatti con l'Arabia sin da giugno

    • Redazione CM
    Un addio comunicato via PEC, in mezzo a mille silenzi. Si è conclusa così, in maniera sin troppo formale, l'avventura di Roberto Mancini da ct della Nazionale. Uno strappo consumatosi dopo mesi di incomprensioni e una sensazione di fiducia tra le parti che non era più la stessa dalla magica notte del 16 luglio 2021, quando gli Azzurri si laureavano campioni d'Europa a Wembley. La cocente delusione della mancata qualificazione all'ultimo Mondiale ha segnato la prima vera crepa nel rapporto tra l'ex selezionatore e la Federcalcio guidata da Gabriele Gravina, come avrebbe poi confermato il tentativo di affiancare a Mancini un direttore tecnico molto ingombrante come Marcello Lippi - tentativo poi non andato in porto - e i fatti più recenti, ossia la rivoluzione all'interno dello staff della Nazionale senza passare dal beneplacito del tecnico jesino.

    I PRIMI SEGNALI - L'addio di fedeli collaboratori come Alberigo Evani, Giulio Nuciari e lo stesso Attilio Lombardo - passato alla guida dell'Under 20 - gli inserimenti nel gruppo dei collaboratori di Alberto Bollini e Antonio Gagliardi, ma soprattutto quello di Andrea Barzagli e l'arrivo di Gigi Buffon nelle vesti di capo delegazione per raccogliere l'eredità del compianto Gianluca Vialli sono stati la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una serie di motivazioni che avrebbero fatto scemare l'entusiasmo di Mancini, nonostante un contratto in essere fino a giugno 2026 e la recentissima promozione a coordinatore dell'Under 20 e dell'Under 21, una mossa quasi last minute per provare a scongiurare il peggio. Puntualmente verificatosi al termine di una settimana nella quale le avvisaglie della fine della storia erano state diverse, come riferiscono quest'oggi diversi organi di stampa. Secondo i quali prima la moglie di Mancini, Silvia Fortini, ha avuto un approccio col presidente della FIGC per trasmettergli il disagio del marito e la sua fase di riflessione. Confermata nella serata di sabato dal diretto interessato, con la promessa che nelle ore successive ci sarebbe stato un nuovo punto della situazione.

    I GIORNI DELL'ADDIO - E invece la famigerata notte tra sabato e domenica è servita a Mancini per prendere tempo e sciogliere le ultime riserve, che lo hanno condotto all'invio da Mykonos - dove stava trascorrendo le ferie - della PEC agli uffici della Federcalcio in cui formalizzava le dimissioni da ct della Nazionale. Vani, secondo quanto hanno poi ricostruito Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport, i tentativi di Gravina di mettersi nuovamente in contatto con l'allenatore per provare a comprendere fino in fondo le ragioni e soprattutto le tempistiche di una decisione che hanno creato delusione e sconcerto. In considerazione del fatto che tra poche settimane l'Italia dovrà affrontare due delicatissimi impegni per garantirsi la qualificazione all'Europeo della prossima estate, contro Macedonia del Nord ed Ucraina. E che dietro la rottura si possa nascondere la corte della federazione saudita, che sempre secondo la Gazzetta avrebbe allacciato i primi contatti con Mancini lo scorso giugno e solo più recentemente avrebbe sottoposto un triennale da 40 milioni a stagione, lo dirà solo il tempo. Intanto la FIGC si trova costretta a raccogliere i cocci nel bel mezzo di un'estate piena di difficoltà e con un futuro da programmare a forti tinte scure.

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