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Mancini resta ct dell'Italia: cosa lo ha convinto a continuare
I MOTIVI - In questi giorni ha lavorato ai fianchi, con un pressing quasi asfissiante, arrivando a fargli delle promesse per metterlo nelle migliori condizioni di lavorare. Garanzie di protezione dallo strapotere dei club (che per esempio hanno rifiutato di rinviare la giornata di campionato del 19-20 marzo concedendo alla Nazionale sono un giorno e mezzo di lavoro) e rafforzamento delle strategie per il rilancio del calcio italiano. Tradotto, riorganizzazione dei settori giovanili, valorizzazione dei calciatori italiani e maggiore considerazione della Nazionale, che ancora troppi vedono come un fastidio. Tutto questo è stato importante ma non determinante nella scelta finale: Mancini ha deciso di restare ct perché gliel'hanno chiesto i giocatori, che si sono schierati apertamente con lui, e soprattutto perché ha ancora fame. Un fattore determinante per guardare avanti, per raggiungere gli obiettivi. "Mi sento ancora a giovane. Volevo vincere un Europeo e un Mondiale e per quest'ultimo dovrò aspettare un attimo. Mi piace questo lavoro e coi ragazzi voglio riorganizzare qualcosa di importante". ha dichiarato ieri. Parole di chi si sente ancora al centro di un progetto, di che vuole ripartire. Ma con basi solide.