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    Mancini e Vialli: 'Quella volta che abbiamo litigato alla Samp...'

    Mancini e Vialli: 'Quella volta che abbiamo litigato alla Samp...'

    • Lorenzo Montaldo
    Se parli di Sampdoria, l'associazione Vialli-Mancini è praticamente immediata. L'accostamento è istantaneo, perchè racconta il periodo più bello della storia blucerchiata, ma riporta alla mente pure la storia di una delle amicizie più belle e longeve del mondo del calcio. Oggi il 'nove' e il 'dieci' blucerchiati si sono ritrovati in Nazionale, ma attenzione: come in tutte le amicizie che si rispettino, ci sono stati in passato litigi e momenti di tensione.

    "Io e Gianluca abbiamo discusso una volta, ma per una stupidaggine" ha raccontato proprio Mancini, attuale C.T. della Nazionale in una lunga intervista a Sky Sport. "Siamo stati dieci giorni senza parlarci". Il motivo? Fa sorridere: "In allenamento mi aveva chiamato Mancini, non Mancio o Robi come sempre. Abbiamo discusso per quello. Poi c’è stata la convocazione con la nazionale e diciamo che lì abbiamo fatto pace… Io lo miravo e lui faceva gol, gli tiravo forte addosso. È così che ha fatto tutti i suoi gol" scherza Mancio.

    L'indimenticabile fantasista doriano ha parlato anche di una leggenda che circola da tempo a Genova: la formazione, alla Samp, la faceva Mancini e non Boskov. Per l'ex giocatore, si tratta di una bufala: "La formazione la faceva il mister, sempre. Ma è la verità. Poi che l’allenatore parli con i giocatori più esperti e chieda consigli è normale. Sono quelle storie che rimangono per sempre. Ma l’ha sempre fatta Boskov, assolutamente. La fascia di capitano disegnata sulla maglia della Sampdoria? Non era una fascia, credo che fosse un cerotto. Le punizioni? Non ero un grande specialista. Non ho fatto tantissimi gol in quel modo. Negli anni ’80 c’era tanti specialisti, penso a Zico appena arrivato in Italia, Maradona, Platini… Forse era più semplice, ora ti studiano".

    Non chiedete però a Mancini di scegliere un derby: "I derby che ho giocato sono stati tutti belli. Il derby della Madonnina a Milano l’ho sempre giocato per inseguire obiettivi di alta classifica. Quelli giocati a Roma e a Genova invece avevano inizialmente come obiettivo solo la supremazia cittadina. Non posso scegliere perché tutti i derby sono belli e appassionanti" conclude.

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