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    Mancini: 'La mia Inter era da costruire. Derby? Il Milan rischia di più'

    Mancini: 'La mia Inter era da costruire. Derby? Il Milan rischia di più'

    Intervistato dal Corriere della Sera, Roberto Mancini traccia il bilancio del suo primo periodo in Russia e parla del derby di domenica sera tra Inter e Milan. 

    Punta a vincere il titolo anche in Russia?
    «Negli ultimi due campionati lo Zenit non è mai arrivato primo. Certo che ci proviamo, ma qui non è facile, come da nessuna parte. Siamo partiti molto bene, la stagione però è lunga e soprattutto ci sono tre mesi di stop. L’ultima giornata prima della pausa si gioca l’11 dicembre , poi si ricomincia a inizio marzo. A quel punto è tutto un altro campionato».

    Il freddo, la stagione divisa in due tranche, una lingua difficile. Com’è la Russia vista da Mancini e perché ha scelto di andare lì dopo l’anno di pausa?
    «A me piace qui e ci sono venuto perché si poteva lavorare seriamente. Certo il clima è quel che è, però San Pietroburgo è una città bellissima e in fondo la vita non è tanto diversa dall’Italia. I disagi logistici ci sono, una delle prime trasferte era a 8 ore di volo, ma ci si abitua in fretta. Poi per capirci in allenamento si parla inglese e anche Igor Simutenkov (ex attaccante tra le altre di Reggiana e Bologna, ndr) dà una mano con la lingua».

    È la settimana del derby. La sua Inter è partita benone, come fece con lei, il Milan ha più difficoltà. Alla fine chi arriverà prima tra le due?
    «Non fatemi fare pronostici, ma spero che l’Inter faccia un bel match. I nerazzurri sono partiti bene, perché sono una squadra forte, che già si conosceva e ha cambiato meno del Milan. I rossoneri ora soffrono un po’, ci vuole tempo perché tutto giri nel modo giusto, però hanno lavorato bene sul mercato».

    L’Inter di Spalletti ricorda molto quella di Mancini, che almeno all’inizio non giocava bene, ma non prendeva quasi mai gol e vinceva. Può arrivare in fondo?
    «Quando sono tornato, la mia era un’Inter da costruire. Partimmo bene è vero. Non so dove può arrivare, ho visto solo la partita di Roma. Il Milan ora sta pagando un dazio più alto dell’Inter, ma ha qualità. Spero centrino entrambe l’obiettivo Champions League».


    Non c’è storia per lo scudetto?
    «Mah... Il Napoli è la squadra che ha più continuità, ha cambiato poco e assimilato il gioco di Sarri. La Juventus è sempre la più forte. Poi ci sono le altre: Roma, Inter, Milan. Senza dimenticare la Lazio che dà sempre fastidio a tutti».

    Lei di derby ne ha disputati tanti da giocatore e allenatore. Quanto pesa nel bilancio complessivo di una stagione?
    «È la partita più sentita, la pressione l’avverti eccome: però alla fine vale sempre tre punti».

    Però le classifiche di Inter e Milan sono molto diverse: chi rischia di più?
    «Certo se l’Inter vince stacca i rossoneri di 10 punti: inizia a diventare un bel divario. Per questo credo che il Milan rischi qualcosa in più».

    Il calcio vive anche di episodi. Il suo ultimo derby lei lo perse 3-0, con Icardi che sbagliò un rigore sull’1-0 per i rossoneri. Passò dal possibile pareggio alla disfatta.
    «Ecco appunto, dicevamo degli episodi. Il calcio è così e il derby soprattutto, più di altre partite. Puoi giocare meglio dell’avversario e perdere. In campo ci sono tanti campioni e ti possono risolvere la partita con un colpo».

    Chi sarà più determinante?
    «Icardi e Perisic nell’Inter sono sempre determinanti, Brozovic poteva aiutare con la sua imprevedibilità ma non ci sarà. Il Milan ha tanti giocatori importanti, anche Kalinic, se sta bene, può fare malissimo».

    Lei allo Zenit, Spalletti all’Inter. Vi siete scambiati le panchine.
    «Ma no, lui è andato via dallo Zenit ormai tre anni fa. Qui è cambiato molto, anche se gli italiani ci sono. Con Carrera, che allena lo Spartak Mosca, ogni tanto ci sentiamo e ci siamo incontrati».

    In Russia non c’è la Var. Che ne pensa?
    «Mi pare vada discretamente, ho letto che qualche problemino ce l’ha ma va provata e lasciata lavorare».

    E in Russia si giocherà il prossimo Mondiale. Come vivono lì l’attesa?
    «Qui gli stadi sono belli, accoglienti: per quello non ci saranno problemi. Si stanno preparando bene. Stanno finendo tutto: la Russia è pronta ad accogliere una manifestazione così importante».

    Bisognerà vedere se l’Italia ci arriverà. Se le aspettava tutte queste difficoltà per la Nazionale?
    «Ha perso il match con la Spagna e ci può stare. Ma in fondo l’importante è che si qualifichino, il resto sono solo chiacchiere. Vedrete che ce la farà».

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