Mancini: 'Balotelli voleva tornare'
Si è concesso ad una lunga intervista con il Corriere della Sera il tecnico dell'Inter, Roberto Mancini. L'allenatore jesino ha parlato a tutto tondo dell'Inter, della scelta di tornare svelando anche un retroscena di mercato legato a Mario Balotelli: "Mario mi ha mandato lui un sms, ci siamo sentiti, ha scherzato dicendo che era pronto. Magari si sarebbe integrato all’Inter, ma sono comunque felice che sia tornato. Gli voglio bene".
RITORNO - "Perchè sono tornato? Me lo sto ancora chiedendo. Colpa dell’Inter e del suo fascino. Ancelotti, che è più intelligente di me, in Italia non torna più. Qui non c’è la cultura della sconfitta, una partita è questione di vita o di morte e andiamo sempre a peggiorare".
ARRIVA LA JUVE - "Inter-Juve in Italia è semplicemente la partita più importante di tutte, da sempre. Se dovessero perdere per loro sarebbe molto dura recuperare. Ma la stagione deve ancora assestarsi. Altre sette/otto partite: Napoli, Roma, la Juve, lo stesso Milan saranno tutte avanti con noi. E la Fiorentina può arrivare in fondo”.
OBBLIGO CHAMPIONS - "L’urgenza di qualificarci in Champions la sentiamo, sappiamo che per le nostre casse è fondamentale. Ma non è un problema solo dell’Inter. La stagione sarà positiva se arriviamo nelle prime tre. Ma io spero sia positivissima facendo meglio”.
SCELTE DI CAMPO - "Kondogbia si deve ambientare. Il calcio italiano non è mai stato facile. Hanno faticato anche grandissimi come Platini o Zidane. E Van Basten lo volevano cedere alla mia Samp per Vialli. Farà bene, ma è più un Vieira che uno Yaya Tourè. Ljajic ha qualità tecniche straordinarie ma, come capita spesso a certi talenti slavi, fatica a metterci qualcosa in più. Dipenderà più da lui che da me. Guarin a volte commette errori incredibili, ma è un ottimo giocatore. E giudichiamolo con equilibrio: non può essere prima eroe e poi brocco”.