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    Maledetta Europa League, per l'Italia altro flop: gli splendidi '90 sono lontani

    Maledetta Europa League, per l'Italia altro flop: gli splendidi '90 sono lontani

    • Furio Zara
    È la coppa maledetta. Europa League, fu Coppa Uefa. L’eliminazione della Lazio sorprende per come è maturata, ma va a inserirsi su un solco storico ben definito. Non la vinciamo da vent'anni. L’ultimo trionfo - 1998/99 - porta la firma del Parma di Malesani, 3-0 al Marsiglia. Era la squadra di Buffon, Cannavaro, Thuram, Veron, Crespo, Chiesa (sempre quell'anno in semifinale ci era arrivato il piccolo Bologna, eliminato proprio dai francesi). L'anno prima del Parma aveva vinto l'Inter. Erano bei tempi, quelli. Non solo da due decenni non alziamo la coppa, ma non abbiamo portato - dal 1999 ad oggi - nessuna squadra italiana tra le finaliste. Anche questo pone l'Italia in posizione declassata rispetto all'Europa che conta. Le quattro semifinaliste di quest'anno parlano inglese (Arsenal), francese (O.Marsiglia), spagnolo (Atletico Madrid), con la sorpresa austriaca (Salisburgo). L'anno scorso sempre le stesse a comandare, ma con squadre diverse, a testimonianza di una elevata competitività: c’erano infatti l’Inghilterra con il Manchester Utd di Mourinho, che poi ha vinto, la Francia con il Lione, la Spagna con il Celta Vigo e la sorpresa Olanda, con l'Ajax.

    Negli ultimi cinque anni hanno vinto due club inglesi (Manchester Utd e Chelsea) e una spagnola (il Siviglia, tre volte); ma in finale ci sono andate anche squadre olandesi (Ajax), ucraine (Dnipro), portoghesi (Benfica). Per molto tempo abbiamo snobbato questa competizione, poi abbiamo capito che forse valeva la pena investirci qualcosa; anche se la gestione della doppia partita del Napoli col Lipsia - e la conseguente eliminazione - sta lì a dimostrare che Sarri aveva fatto delle scelte ben precise, in direzione contraria rispetto a quanto detto. L'edizione 2014-15 è stata una felice eccezione per le italiane. Abbiamo portato in semifinale ben due squadre, Fiorentina e Napoli, poi eliminate da Siviglia e Dnipro. L'anno precedente, con la ghiotta occasione di giocare la finalissima a Torino, la Juventus si è fermata un attimo prima, perdendo in malo modo la semifinale col Benfica. Stop. Poi il buio, siamo diventati piccoli a confronto di altri Paesi che occupavano militarmente le semifinali: nel 2011-12 la Spagna aveva tre semifinaliste su quattro (Atletico Madrid, Athletic Bilbao e Valencia); e l'anno prima la stessa impresa era riuscita al Portogallo con Porto, Braga e Benfica.

    Dicevamo prima: bei tempi, gli anni '90. Eravamo l'Eldorado del calcio, si faceva la fila per venire a giocare nelle squadre italiane. Ed avevamo fatto di quella che allora si chiamava Coppa Uefa il nostro territorio di caccia. Tra il 1989 e il 1999 abbiamo vinto 8 volte su 11 edizioni. Praticamente una dittatura. Tre coppe l'Inter, due la Juventus e il Parma, una il Napoli. Ma non è questo il dato che spiega lo strapotere di allora. Il dato è un altro. Nel periodo citato abbiamo portato in finale anche Fiorentina, Roma, Torino e Lazio, squadre all'epoca considerate di seconda fascia. Eravamo un movimento forte, capace di portare otto (8!) delle nostre squadre - quasi metà Serie A - in finale e di avere quattro (4!) finali tutte italiane. Bei tempi, ma sono passati.

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