Maldini e Marotta scaldano il derby: che botta e risposta sullo scontro Ibra-Lukaku
Botta e risposta. Ormai il derby tra Milan e Inter non si limita più alle vicende di campo e a una rivalità cittadina rinvigorita da una lotta per lo scudetto che vede nuovamente rossoneri e nerazzurri in lizza per detronizzare la Juventus, dominatrice delle ultime 9 stagioni in Italia. Non c'entra il mercato, nonostante soltanto pochi mesi fa i due club si siano contesi Sandro Tonali. Lo scontro si è infiammato negli ultimi giorni dopo la famigerata lite tra Ibrahimovic e Lukaku dell'ultimo derby di Coppa Italia, vinto dai nerazzurri anche grazie all'espulsione dello svedese, che ha avuto la sua genesi nel testa a testa col calciatore belga.
L'AFFONDO DI MALDINI - Le frasi sull'episodio dei riti vodoo ai tempi dell'Everton, le accuse di razzismo e le indiscrezioni circa una possibile maxi squalifica al termine dell'inchiesta aperta dalla Procura Federale hanno indotto il Milan a prendere una posizione ufficiale sulla vicenda, col direttore dell'area tecnica Paolo Maldini protagonista di una chiara e netta difesa d'ufficio di Ibra e una rivisitazione della vicenda nella quale le responsabilità sono state addossate principalmente a Lukaku. Colpevole a suo dire di aver scatenato la rissa con un atteggiamento aggressivo nei confronti di Romagnoli prima - dopo uno scontro di gioco - e successivamente degli altri giocatori rossoneri che gli si sono avvicinati.
MAROTTA NON CI STA - Non si è fatta attendere qualche ora dopo la replica dell'Inter, affidata all'ad Beppe Marotta: "Le immagini sono sotto gli occhi di tutti. Certamente però posso dire che, conoscendolo, Lukaku non è una persona aggressiva. Anche noi dirigenti abbiamo l'obbligo di educare i tesserati per evitare certi comportamenti". Un messaggio tutt'altro che velato indirizzato a Maldini e alle sue dichiarazioni. Se il Milan ha di fatto rinfocolato la polemica spostando il target sul bomber nerazzurro, Marotta ha invitato tutti a spegnere l'incendio. Ma lo scontro, fino all'ultima stracittadina limitato sul campo, ora si sposta a livello istituzionale e alle cariche dirigenziali più importanti. Ah, il prossimo 21 febbraio c'è Milan-Inter...
L'AFFONDO DI MALDINI - Le frasi sull'episodio dei riti vodoo ai tempi dell'Everton, le accuse di razzismo e le indiscrezioni circa una possibile maxi squalifica al termine dell'inchiesta aperta dalla Procura Federale hanno indotto il Milan a prendere una posizione ufficiale sulla vicenda, col direttore dell'area tecnica Paolo Maldini protagonista di una chiara e netta difesa d'ufficio di Ibra e una rivisitazione della vicenda nella quale le responsabilità sono state addossate principalmente a Lukaku. Colpevole a suo dire di aver scatenato la rissa con un atteggiamento aggressivo nei confronti di Romagnoli prima - dopo uno scontro di gioco - e successivamente degli altri giocatori rossoneri che gli si sono avvicinati.
MAROTTA NON CI STA - Non si è fatta attendere qualche ora dopo la replica dell'Inter, affidata all'ad Beppe Marotta: "Le immagini sono sotto gli occhi di tutti. Certamente però posso dire che, conoscendolo, Lukaku non è una persona aggressiva. Anche noi dirigenti abbiamo l'obbligo di educare i tesserati per evitare certi comportamenti". Un messaggio tutt'altro che velato indirizzato a Maldini e alle sue dichiarazioni. Se il Milan ha di fatto rinfocolato la polemica spostando il target sul bomber nerazzurro, Marotta ha invitato tutti a spegnere l'incendio. Ma lo scontro, fino all'ultima stracittadina limitato sul campo, ora si sposta a livello istituzionale e alle cariche dirigenziali più importanti. Ah, il prossimo 21 febbraio c'è Milan-Inter...