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    Macché crisi, il Milan vince con merito e scaccia i dubbi: lotterà per lo scudetto fino in fondo, ma quei due nodi...

    Macché crisi, il Milan vince con merito e scaccia i dubbi: lotterà per lo scudetto fino in fondo, ma quei due nodi...

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Merito e sofferenza. Il Milan riparte con i tre punti da Bologna per rinsaldare la vetta, scacciare i dubbi che potevano essergli esplosi dentro dopo le sconfitte con Atalanta ed Inter, chiarire che non c’è nessuna crisi in corso e che, fino alla fine, il rossonero ci sarà nella lotta per lo scudetto.

    Due i nodi: la prestazione di Ibrahimovic (che ha anche sbagliato un rigore) e i dieci minuti finali in cui una partita senza storia (e senza avversario) si è improvvisamente animata (per colpa di un errore di Theo Hernandez) chiamando il Bologna ad un forcing assai pericoloso. Sarebbe potuta finir male (cioè con un pari) e non sarebbe stato giusto, ma nel calcio tante cose sono ingiuste eppure accadono. Il punto è che certe situazioni vanno prevenute senza dar mai nulla per scontato. Nella circostanza, e come spesso capita, ci ha pensato Donnarumma con una deviazione su Soriano, ma in un’altra occasione, poco più avanti, è stato Palacio a mancare la deviazione da due passi. Sofferenza finale, dunque, e merito per i primi 80 minuti. E’ vero che il Milan ha avuto due calci di rigore a favore per risolvere la gara (il primo, sbagliato da Ibrahimovic, ha comunque propiziato il gol di Rebic), ma è altrettanto vero che prima Theo Hernandez aveva colpito una traversa direttamente da punizione e il portiere Skorupski, sia in questo caso, che dopo è stato eccezionale, opponendosi in tutti i modi agli attacchi dei rossoneri.

    E’ stato lui a deviare sulla traversa il tiro di Hernandez, lui ad opporsi ad Ibra in una doppia circostanza un attimo prima del rigore, lui a respingere il tiro dagli undici metri di Ibrahimovic (gol di Rebic sulla ribattuta), lui a deviare un tiro di Leao e a parare un colpo di testa di Calabria che ha colpito nell’area piccola. Nel primo tempo, il Bologna si è visto due volte. La prima, quando Donnarumma ha impedito a Sansone di segnare, facendo da sponda mentre cadeva a terra (assist di Soriano), la seconda quando, subìto un incomprensibile contropiede 3 contro 2, il Milan ha ringraziato ancora il suo portiere sul tiro a colpo sicuro di Dominguez. Come tutte le squadre medie e/o piccole sanno, il Bologna avrebbe dovuto capitalizzare almeno una delle due occasioni capitate. In caso contrario, c’era il rischio non solo di subire il raddoppio (fatto puntualmente avvenuto a inizio di ripresa), ma anche di sorbirsi una punizione più severa nel punteggio. Il secondo gol (rigore realizzato da Kessie) è stato causato da Soumaoro, arrivato dal Genoa, che ha commesso, nell’occasione, almeno due leggerezze. La prima è stata quella di dare la schiena alla palla nel tentativo di contrastare Ibrahimovic su un cross prevedibile e, dunque, leggibile di Leao. La seconda di aver usato sia il braccio destro che quello sinistro per coordinarsi in un improbabile stacco aereo. Rigore netto che, giustamente, Ibra ha lasciato a Kessie. 

    A proposito di rigori, Mihajlovic avrà certo da recriminare. Non con l’arbitro Doveri (anche se alla fine ha polemizzato), ma con i suoi giocatori. Dijks, per esempio, autore del fallo su Leao che è costato il primo penalty, è stato particolarmente avventato. Primo, perché ha usato le braccia contro il suo avversario. Secondo, perché il pallone, dopo il “sombrero” subito, sembrava ormai preda di Skorupski. Quindi, se la partita si raccontasse per episodi e se solo quelli determinassero il risultato, qualcuno potrebbe dire che il Bologna è stato più in partita di quanto da me affermato. Ma a smentire questa teoria c’è (quasi) per intero il secondo tempo, con il Milan che ha dominato senza affondare (è questa la colpa) e l’avversario che rincorreva sfiduciato e stanco. Sarebbe stato un tranquillo week-end emiliano se, a dieci minuti dalla fine, Theo Hernandez non si fosse intestardito a dribblare tre rossoblù in uscita dall’area perdendo la palla a beneficio di Poli (appena entrato in campo per Schouten), dal quale è nata una perfetta manovra palla a terra e conclusa dallo stesso Poli con un tiro da dentro l’area, sotto la traversa. Da lì alla fine il Milan è andato in panico anche perchè, anziché cercare il gol del 3-1, i rossoneri hanno abbassato la linea cercando di proteggere il minimo vantaggio. Donnarumma - l’ho scritto - è stato decisivo, anche se su un calcio d’angolo finale, ha sbagliato clamorosamente l’uscita. Ma quando a prevalere è il merito chi vince rimuove anche la sofferenza.

    :(actionzone)
       
    IL TABELLINO

    Bologna-Milan: 1-2 (primo tempo 0-1).
     
    Marcatori:
    26’ pt Rebic (M), 10’ st (rig.) Kessiè (M), 36’ st Poli (B).
     
    Assist: 36’ st Skov Olsen (B).
     
    Bologna (4-2-3-1): Skorupski; Tomiyasu, Soumaoro, Danilo, Dijks (34’ st Palacio); Dominguez (22’ st Svanberg), Schouten (34’ st Poli); Orsolini (22’ st Skov Olsen), Soriano, Sansone (22’ st Vignato); Barrow. All. Mihajlovic.
      
    Milan (4-2-3-1): Donnarumma; Calabria, Tomori, Romagnoli, Hernandez; Kessiè, Tonali (17’ st Bennacer); Saelemaekers, Leao (28’ Mandzukic), Rebic (17’ Krunic); Ibrahimovic. All. Pioli.

    Arbitro: Doveri di Roma.    
     
    Ammoniti: 24’ pt Dijks (B), 6’ st Rebic (M), 11’ st Soriano (B).



     

     

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