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Maida: Roma-Lazio, il branco non può obbligare tutti a non andare in curva
Ciò che invece turba non poco la mia coscienza è il movimento del branco. Che migliaia di persone possano decidere anche a nome di altri di scioperare non andando allo stadio, è qualcosa che sfugge alla mia comprensione. Perché lo sciopero attiene al lavoro, costa fatica e sacrificio, sottintende la difesa di valori anche morali e, insomma, non ha nulla a che vedere con le rivendicazioni di chi frequenta uno stadio. Il tifoso non è, non dovrebbe essere, un professionista dell’intrattenimento come quelle comparse ingaggiate per applaudire a comando nelle sceneggiate di Maria de Filippi. Il tifoso, per definizione, deve sostenere la squadra del cuore se ne ha voglia. Così come ha il diritto di contestarla se le cose non funzionano.
Intendiamoci, anche a me alcune scelte della prefettura romana sembrano discutibili, ma la radicalizzazione dello scontro e la stessa solidarietà delle curve di opposte fazioni, mi fanno stare in allarme. E adesso sotto con un altro striscione.
Enrico Maida