Il nuovo look di Totti viene esibito tra i pazzi saliscendi della solita Roma che dopo la vittoria sui tedeschi dell’aspirina scopre di avere la peggiore difesa della Champions, ma anche il secondo attacco, dietro solo a quello dello Zenit di San Pietroburgo. Totti in tribuna si presenta con un paio di baffi inediti, accompagnati da una chioma tagliata dalla riga centrale, un misto tra Rodolfo Valentino e l’Humphrey Bogart di Casablanca. Esigenze di scena, si dirà, ripensando all’ultimo spot della Lottomatica in cui il nostro si conferma attore consumato, pronto a vivere una nuova carriera sul set, dopo quella sul campo. 

Ma Totti ha in serbo una sorpresa che come al solito dividerà i tifosi molto più di quanto ha fatto il prefetto Gabrielli con le curve dell’Olimpico. L’annuncio viene fatto con discrezione, ma con estrema chiarezza, nel solito ristorante tana di mille serate tra amici: il capitano ha deciso, non smette di giocare, continua ad oltranza, vuole battere tutti i record di longevità calcistica e vuole farlo con un’unica maglia, quella della Roma. Le sirene americane possono farsi da parte anche se un’offerta, in particolare, avrebbe garantito a Totti un tesoro superiore a quello reclamizzato nel suo spot. Sarà la pigrizia denunciata a suo tempo dal commediografo Baldini, o sarà piuttosto una scelta di vita e di fedeltà, ma tant’è: avanti tutta. 

Adesso la palla passa a Pallotta, che sembra uno sberleffo, ma toccherà proprio al presidente bostoniano convertire quel complicato contratto che scade nel giugno del 2016 allungandosi poi per altri sei anni da dirigente del settore tecnico. Quanto a Garcia, la gestione di un tramonto è sempre complessa: un Totti alla Altafini, come viene suggerito da qualcuno, non si addice troppo al capitano che non dà il meglio di sé quando entra a freddo. In ogni caso la decisione è presa e forse non è casuale che se ne parli alla vigilia del derby nel ricordo di quella doppietta da urlo. 

Enrico Maida