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Lukaku segna un gol a partita, l'uomo in più è El Shaarawy: qualificazione quasi raggiunta, ora l'Inter
L’allenatore portoghese, che già nei giorni scorsi sembrava proiettato sulla gara di domenica sera con l’Inter, voleva sbarazzarsi dello Slavia con il minor dispendio possibile di energie e, soprattutto, senza altri infortuni sgradevoli. Probabilmente la risposta della sua squadra è andata al di là delle sue aspettative. Era molto tempo che la Roma non vinceva con tanta disinvoltura, in forza di venti minuti eccitanti e di un primo tempo bello nella sua esattezza geometrica, esaltato dalla velocità e dal pressing, con un calciatore che si è stagliato sopra un collettivo comunque organizzato. Non Bove, non Lukaku che viaggia alla media di quasi un gol a partita (e domenica, con il Monza, non ha segnato), ma Stephan El Shaarawy. Decisivo come e più dei compagni se è vero, come è vero, che è stato lui a strappare palla in pressione individuale sul primo gol (assist a Bove) e a ribaltare l’azione con ampie falcate sul secondo (assist a Lukaku).
I gol di Bove e Lukaku sono stati molto belli. Il primo, da fuori area, anche se favorito da una mancata opposizione, eseguito con il tiro a giro. Il secondo, dentro l’area, una sassata micidiale sotto la traversa. Ma, ripeto, senza El Shaarawy non sarebbero arrivati così presto e, quasi certamente, avremmo visto una partita diversa.
Anche Stephan avrebbe meritato di segnare e, in effetti, ci è andato molto vicino nella ripresa (69’) su assist di Celik. Il suo destro si è infranto sulla traversa a portiere abbondantemente battuto.
La Roma ha tratto vantaggio dal rientro di Llorente. Con lui in difesa, si è potuto registrare l’avanzamento di Cristante, tornato al suo ruolo di regista. Forte, preciso e resistente, il pupillo di Mourinho ha ispessito la manovra e messo ancoraggi per gestire la fase di non possesso. Il vantaggio e la possibilità di amministrarlo a ritmi sincopati, ha suggerito a Mourinho di fare turnover dalla fine del primo tempo in avanti: fuori Bove per Parades all’intervallo e, al 70’, via Zalewski ed El Shaarawy per Karsdorp e Belotti. A quel punto, anche se inconsciamente, ha mollato anche Lukaku. Se è vero che le gioca tutte è altrettanto vero che qualche volta, sarebbe bene tirasse il fiato. Per questo Aldo Serena, su Sky, ha osservato che, forse, sarebbe stato meglio far uscire il belga (sostituito all’82’ con Pagano), lasciando al suo posto El Shaarawy, volatile come una piuma e sempre sul limitare del gol.
Lo Slavia, suo malgrado, non è esistito. L’unica occasione vera è arrivata ad un quarto d’ora dalla fine con Schranz che, solo, in diagonale e in piena area, ha spropositato altissimo. Subire un gol e, magari, vedere riaperta la partita sarebbe stato spiacevole e anche ingiusto, a maggior ragione per tutto quello che la Roma aveva fatto prima (conclusione di Lukaku fuori di una spanna) e dopo (trio di Belotti, deviato dal portiere all’altezza del primo palo). Quasi un dominio contro un avversario molto poco protetto (difesa a tre a sistema puro, quattro centrocampisti, due trequartisti, una punta) e, quasi tutti i singoli inclini all’errore.
Visti, pesati e battuti tutti gli avversari del girone, sarebbe un delitto non vincerlo per evitare così le retrocesse dalla Champions. Oltre a schivare il rischio concreto di un’eliminazione precoce, si giocherebbero due partite in meno. Una manna.
IL TABELLINO
Roma-Slavia Praga 2-0 (primo tempo 2-0)
Marcatori: 1' Bove, 17' Lukaku.
Assist: 1' e 17' El Shaarawy
Ammoniti: Bove (R), Masopust (S), Ndicka (R).
ROMA: Svilar; Mancini, Llorente, Ndicka; Celik, Bove (46' Paredes), Cristante, Aouar, Zalewski (70' Karsdorp); Lukaku (83' Pagano), El Shaarawy (70' Belotti).cAll.: Mourinho (in panchina Foti).
SLAVIA PRAGA: Mandous; Holes, Ogbu, Vlcek; Doudera, Zafeiris (82' Jurecka), Dorley, Dumitrescu (65' Provod); Masopust (46' Jurasek), Schranz (65' Wallem); van Buren (71' Chytil).cAll.: Trpisovsky.
Arbitro: Eskås