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    L’Udinese prima in Serie A. Runjaic, le idee, lo scouting e… i palloni giganti: i segreti di una rivoluzione

    L’Udinese prima in Serie A. Runjaic, le idee, lo scouting e… i palloni giganti: i segreti di una rivoluzione

    • Simone Gervasio
    Alzi la mano chi si sarebbe aspettato, scavallata la metà di settembre e la quarta giornata, l’Udinese in testa alla classifica di Serie A. A comandare in Italia non sono Inter o Napoli, né Milan o Juventus bensì i bianconeri di Kosta Runjaic, un allenatore che è arrivato in sordina nel nostro campionato, ha preso un club in crisi da anni e che nelle scorse stagioni – compresa l’ultima – ha sempre lottato fino alla fine per non retrocedere, e lo ha rivoltato come un calzino. La rivoluzione in Friuli ha portato 3 vittorie e un pareggio nelle prime 4 e un primato solitario che mancava da 13 anni. Allora (era il 23 ottobre 2011) la creatura di Guidolin aveva battuto il Novara (3-0) con doppietta di Di Natale e un gol di Domizzi, salendo a 15 punti. A fine campionato arrivò uno storico terzo posto e la qualificazione in Champions League. Era l’annata successiva alla cessione, a peso d’oro, di Alexis Sanchez ed è proprio il cileno l’anello di congiunzione tra queste due versioni dei bianconeri. Allora era andato, stavolta è tornato anche se deve ancora scendere in campo.

    IL MERCATO - Un primo posto inaspettato– si diceva. D’altronde basti pensare a dove Runjaic ha preso l’Udinese, reduce da una rocambolesca salvezza all’ultimo respiro ai danni del Frosinone e da una stagione con annessi ben tre cambi di allenatori da Sottil a Cioffi, finendo con Cannavaro. E non è che dal mercato sia arrivata una mano salvifica, anzi. Il club ha salutato giocatori centrali come Samardzic, Walace, Silvestri, Perez e Pereyra e li ha rimpiazzati in gran parte con giovani di belle speranze e scommesse. È stato riscattato Lucca (per 8 milioni), sono arrivati Ekkelenkamp, Pizarro, Sava, Karlstrom, Modesto e Bravo, insieme al già citato Alexis Sanchez che però, a causa dei suoi infortuni, è stato escluso per ora dalla lista per la Serie A.

    I "SEGRETI" - Pochi cambi insomma e neanche così decisivi. Cos’è cambiato allora tra quell’Udinese e questa? Il neo tecnico, grazie ai suoi metodi di allenamento inusuali (i giocatori sono stati visti mentre si allenavano con delle sorte di grosse palle mediche), alle sue scelte controcorrente (come per esempio concedere il giorno libero alla vigilia di un match di campionato) e alla sua freschezza è riuscito a entrare nella testa dei suoi calciatori, rivitalizzandoli e portandoli a rendere secondo quelli che sono i loro valori reali. Da sconosciuto a rivelazione, Runjaic ha dato equilibrio alla sua squadra, partendo da una buona organizzazione difensiva ma implementando anche una fase offensiva più incisiva e variegata. Grazie a questi “segreti”, sono arrivati in successione un comodo 4-0 all'Avellino in Coppa Italia che ha aperto la stagione. L’Udinese ha poi retto contro il Bologna, strappando un buon 1-1 e battuto in casa la Lazio 2-1 e il Como 1-0, complice anche l'errore dal dischetto di Cutrone nel finale. Quindi il primo hurrà lontano dal Friuli con la rimonta del Tardini ai danni del Parma. Programmazione, lavoro di scouting, che ha fatto grande questo club e che ora ha portato anche alla scelta di un allenatore fuori dai consueti schemi italiani, e anche un pizzico di fortuna: sono questi gli ingredienti del primo posto di un mister pescato in Polonia. Qui Runjaic aveva brillato portando il suo Legia Varsavia a compiere diverse imprese in Conference League, dove aveva battuto club più blasonati. Nato in Austria, di origini croate e nazionalità tedesca, aveva allenato in precedenza anche in Germania tra Darmstadt, Monaco 1860 e Kaiserslautern.

    SI SOGNA - “Siamo contenti ma in questo momento significa poco guidare il campionato. Questo traguardo ci dice solo che la nostra direzione è quella giusta e che stiamo facendo bene. Dobbiamo mettere insieme più punti possibili in questo momento e in questa fase della stagione per raggiungere il nostro obiettivo. Siamo felici del primato, ma è solo l'inizio”, ha detto, in inglese come sempre, l’allenatore che ha anche citato lo spirito di squadra, l’intensità e l’energia come i fattori chiave della sua Udinese. A questi si possono aggiungere la diga creata dietro da Giannetti e Bijol, le parate di Okoye, i gol di Lucca e il talento finalmente ritrovato di Thauvin. È il francese la stella di questa formazione: segna, inventa per gli altri, prova colpi da campione, sventaglia e, alle solite giocate di classe, ora aggiunge anche le corse all’indietro, la leadership e i gol di rapina. Un mix esplosivo. “Volevo fortemente tornare al mio livello. Ora sto bene, sono al 100% e spero di proseguire così“, ha detto. Se lo augurano anche i tifosi dell’Udinese che sono tornati a sognare col loro club, non svegliateli.

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