ANSA
Lucca, la cattedra della vergogna. E la politica riesce a far peggio del calcio
Nel frattempo lo sport nazionale sembra essere diventato quello di mostrare il peggio di noi stessi. Nei settori e nelle pratiche più diverse e alcune di esse persino nevralgiche per lo loro delicatezza. Ricoveri per anziani e disabili dove sciagurati operatori sanitari picchiano e insultano i pazienti. Strade, non solo quelle delle periferie, occupate e gestite giorno e notte da bande di teppisti talvolta minorenni. Poliziotti che sequestrano partite di droga e che poi la rivendono. Le nostre abitazioni nelle quali la violenza maschilista arriva sempre più spesso a tracimare nel femminicidio. Intolleranza ideologica e razziale allo stato puro verso il diverso e i più sfortunati che si trasforma in barbarie pressoché quotidiana. L’impressione, tragica, è che il nostro Paese sia diventato una grande “curva da stadio” dove la “legge dell’utras” cancella ogni forma di civile convivenza.
L’esempio più grave e inaccettabile arriva dalle scuole frequentate dai nostri ragazzi. Orribili cronache da Nord a Sud di studenti fuori controllo che minacciano e che aggrediscono gli insegnanti per un’insufficienza sul registro o per una nota di biasimo. Giovani, anche delle medie inferiori, supportati da genitori non solo permissivi ma conniventi i quali anziché farsi qualche domanda sul loro ruolo di educatori vanno a scuola e mettono le mani addosso ai professori che hanno osato “offendere” i loro pargoli viziati e privi di senso del dovere. E sono gli stessi adulti che ai bordi dei campi di pallone amatoriali insultano gli arbitri o prendono a botte gli allenatori colpevoli per non aver capito nulla delle qualità dei loro figli campioni. Siamo ridotti così. Malissimo.