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Lotta Scudetto, fuori una e non è la Juve. L'Inter di Inzaghi in un buco nero, il cinico Allegri si rilancia
Avevo detto e scritto alla vigilia che avrebbe vinto l’Inter e che alla Juve non sarebbe bastata nemmeno una prova di orgoglio. Sulla prima affermazione abbiamo sbagliato in due: l’Inter che ha fallito gol facili e il sottoscritto che reputava gli interisti in grado di segnarli. Sulla seconda ho fallato solo io, perchè questa Juve rabberciatissima (ancora senza Vlahovic e con Di Maria e Chiesa in panchina) ci ha messo coraggio, abnegazione, sacrificio, pazienza.
Poi, come una folgore, è esploso Kostic (tre assist, anche quello sul gol annullato, e un palo) e l’Inter si è piegata su se stessa, rinunciando a tutto. La squadra di Simone Inzaghi adesso è settima, a undici punti dal Napoli: nemmeno un suicidio di massa delle concorrenti potrebbe riportarla in linea di galleggiamento per il titolo. Anzi, in poco più di 51 minuti, è come se le parti si fossero invertite. La Juve si è rilanciata (non vincerà lo scudetto, ma può credere nel quarto posto), mentre l’Inter è sprofondata in un buco nero. Ben che vada - ma deve andare tutto bene - può portare a casa qualche trofeo nazionale, ma per il secondo anno consecutivo, e con larghissimo margine, è esclusa dalla lotta al tricolore.
Eppure, contro una Juventus schierata con lo stesso sistema di gioco di mercoledì in Champions, e con le sole eccezioni di Danilo e Bremer, in difesa, l’Inter ha tirato per prima (Lautaro e Calhanoglu) e pericolosamente (prima conclusione fuori di poco, seconda parata in due tempi da Szczesny). L’Inter comandava e la Juve aspettava con la difesa molto bassa, ma assai munita. Spesso il 3-5-1-1 diventava un 5-4-1 con Cuadrado e Kostic terzini e MIretti a scivolare in mezzo al campo. Così i nerazzurri hanno costruito soprattutto con i calci da fermo (angolo di Dimarco, testa a prolungare di Lautaro e colpo di fronte di Dzeko fuori di dieci centimetri), oppure sfruttando qualche errore in fase di impostazione. E’ accaduto a tre minuti dalla fine del tempo quando un lancio di Calhanoglu ha pescato Barella dentro l’area. Il centrocampista ha messo in mezzo per Dumfries che, solissimo, ha mandato alle stelle un autentico rigore in movimento.
L’errore dell’Inter è stato di credere che la Juve fosse in balìa e che prima o dopo sarebbe crollata. Invece, a parte il tiro di Calhanoglu deviato sulla traversa da Szczesny, l’Inter è quasi scomparsa al primo e inaspettato squillo bianconero. Ha fatto quasi tutto Kostic che, da un calcio d’angolo a favore dell’Inter, ha raccolto palla, se l’è fatta passare tra le gambe liberandosi di Barella e ha scatenato la sua corsa per oltre sessanta metri. Una volta puntato il fondo, ha alzato la testa e visto Rabiot che veniva a rimorchio: assist perfetto per l’interno destro del francese e gol. Stadium in estasi e Juve trasformata dal primo tiro in porta.
Era il 51’ e, dodici minuti dopo, ancora Kostic ha conquistato un calcio d’angolo, l’ha battuto e ha trovato sul primo palo la deviazione aerea di sinistro di Danilo che ha lasciato di sasso Onana. Il tripudio è stato spento dal Var. Dopo un’accurata visione, è stato stabilito che Danilo avesse anche colpito con il braccio. Quindi niente gol e Inter teoricamente ancora in tempo per rimettere in piedi la partita con i cambi.
Mentre Allegri ha sostituito Milik con Chiesa (a quasi dieci mesi dall’infortunio ha ritrovato il campionato), Simone Inzaghi ha inserito Gosens per Dimarco e Correa per Calhanoglu passando ad uno spericolato 3-4-3. Neanche il tempo di vedere l’effetto che fa e Correa, approfittando dell’unico errore di Rabiot in disimpegno, ha preso palla e l’ha smistata su Lautaro che, da dentro l’area, ha scoccato un diagonale sul quale Szczesny ha compiuto, di piede, la miglior parta della notte. Sembrava un segnale che l’Inter di lì in avanati avrebbe esercitato un forcing straordinario. Ma un minuto dopo, ancora Kostic, di forza e velocità, è andato via sulla sinistra centrando il palo pieno alla sinistra di Onana.
L’Inter fiutava almeno il pareggio, la Juve resisteva. A dieci minuti dalla fine dentro Di Maria per MIretti, da una parte, e Brozovic, Bellanova e Darmian (per Mkhitaryan, Dumfries e Skriniar dall’altra). Attacco contro difesa, ma a prevalere è stata quest’ultima, non a casa la migliore della serie A. Proprio mentre i nerazzurri stavano sviluppando un’azione centrale, destinata a liberare Lautaro davanti alla porta, Bremer salva e riparte il contropiede Juve. Questa volta a condurre palla fino alla trequarti avversaria è Di Maria che poi scarica a sinistra per Kostic. Il serbo capisce di non poter andare al tiro, vede Fagioli dall’altra parte dell’area e gli serve un pallone che il ragazzo mette dentro, complice anche una deviazione di Gosens. Finisce tra gli olè dei tifosi bianconeri e il disagio di Simone Inzaghi. Perdere così costa sempre caro.
IL TABELLINO
Juventus-Inter 2-0
Marcatori: st 7' Rabiot, 40' Fagioli.
Assist: st 7' Kostic, 40' Fagioli.
Juventus (3-5-1-1): Szczesny; Danilo, Bremer, Alex Sandro; Cuadrado, Fagioli, Locatelli, Rabiot, Kostic; Miretti (36' st Di Maria); Milik (23' st Chiesa). A disp. Perin, Pinsoglio, Gatti, Bonucci, Rugani, Soulé. All. Allegri.
Inter (3-5-2): Onana; Skriniar (36' st Darmian), De Vrij, Acerbi; Dumfries (36' st Bellanova), Barella, Calhanoglu (23' st Correa), Mkhitaryan (36' st Brozovic), Dimarco (23' st Gosens); Martinez, Dzeko. A disp. Handanovic, Cordaz, Gagliardini, Asllani, D'Ambrosio, Carboni, Bastoni. All. Inzaghi. Arbitro: Doveri di Roma1.
VAR: Di Paolo di Avezzano.
Ammoniti: st 23' Skriniar (I), 32' Danilo (J), 44' Szczesny (J).