Lotito ci va giù duro: 'Stadio Roma? Tipico esempio...'
Durante la conferenza "Pitagora: Relazione annuale sulla pubblica amministrazione", il presidente Lotito ha toccato il tema, delicato, dello stadio della Roma: "Un tipico esempio è quello che sta succedendo con lo stadio della Roma. Senza entrare nel merito, quell'intervento della magistratura è nato perché non c’è stato preventivo assenso. Non so se ci sono state violazioni, non spetta a me dirlo. Probabilmente chi ha agito lo avrà fatto in buona fede, il problema è la mancanza preventiva degli atti, serve un assenso che non è politico, ma tecnico, giuridico, amministrativo e contabile. Una volta ottenuto l'assenso preventivo, si devono rispettare delle scadenze che non possono essere dilatate. Per esempio, nel 2004 applicai una legge del 2002, ai fini della possibilità di poter fare la transazione col fisco. Nessuno voleva farlo perché la legge non era mai stata applicata. Ma se c'è perché non si può fare? 'Se l'applichiamo una volta va applicata a tutti'. Ma allora perché l'avete fatta, questa legge? Chi fa impresa deve avere certezze. Com'è possibile che società che non pagano l'Iva, non pagano l'Inps, partecipino alle gare d'appalto e poi solo una volta vinto il bando ci si rende conto che non avevano i requisiti?". LA STRATEGIA LAZIO - La sua Lazio, a livello imprenditoriale, è stata una sfida al limite: "Il vero problema è che questo Paese produce debiti. Nessuno lo dice. Quando sono entrato alla Lazio, la fotografia era di 84 milioni di ricavi, 86,5 di perdite, 500 milioni di debiti. Io la considerai una sfida al limite. La prima cosa di cui mi sono preoccupato, è stato di bloccare le perdite. Bisogna cercare di contenere la spesa. Alla fine, ci vuole buon senso in tutte le cose. Ci servono norme certe, applicate non in forma discrezionalità. Serve la verifica sull'applicazione in fase preventiva e consultiva"