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Lookman il volto di un'Atalanta da Scudetto. Theo Hernandez è un problema per il Milan
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Pressione sul Napoli che peraltro aveva già messo l’Inter qualche ora prima. Nella squadra di Inzaghi, stanno tutti bene. Tutti meno uno: Lautaro. Il capitano non segna (in Italia) da un mese. E anche se prova a far finta di nulla, si vede che soffre l’astinenza. Che i gol non siano tutto, nella vita, è peraltro testimoniato dalla panchina per 76 minuti che Gasperini ha impartito a Retegui. Che non sarà un fenomeno - d’accordo - ma è pur sempre il miglior marcatore della Serie A. Boh…
Retegui era l’unica perplessità di una partita piena di certezze. Malgrado la sconfitta, il Milan ha ritrovato dignità perfino nei giocatori più criticati (Emerson Royal) o più “panchinati” (Rafa Leao). Sarà anche merito del gelo invernale, ma non solo per scaldarsi il portoghese corre e si sbatte. In più, offre l’assist che Morata spinge dentro per il pareggio. Voto alto a tutti e due, anche se alla fine spariscono. Sospirone di sollievo per Pulisic (non dovrebbe essere nulla di grave) e soliti applausi per le certezze Gabbia e Reijnders.
Come per l’Inter, il problema del Milan indossa la fascia da capitano: Theo non è più quello dei momenti belli. Lo si nota anche nel primo gol subìto, quando De Keteleare gli mangia in testa anche se - va detto - almeno il 51% della responsabilità va a Maignan che scivola sulla linea di porta anziché occupare l’area piccola. Incomprensibile.
Comprensibilissima invece la gioia dei tifosi bergamaschi a fine partita. Sembra una favola. Non lo è. È semplicemente l’Atalanta. La Dea del campionato.
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