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Lo stress della pandemia ha portato ad un aumento dei fumatori
unità che in base percentuale sul totale della popolazione nazionale (26.2%, circa 11.3 milioni).
Le donne fumatrici in Italia sono 5.8 milioni mentre gli uomini 5.5 milioni. Questi ultimi, tuttavia, consumano mediamente più sigarette al giorno delle femmine (11,4 contro 10,1). La sigaretta elettronica, invece, viene fumata regolarmente od occasionalmente dal 9% della popolazione, con un numero medio di 30 “svapate” al giorno.
Un ruolo chiave nell’aumento dei fumatori lo hanno avuto i nuovi prodotti del tabacco, ossia le e-cig e le sigarette a tabacco riscaldato (Htp). Il loro utilizzo, secondo Roberta Pacifici, direttrice del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Iss, “ha contribuito all’iniziazione e alla ricaduta nel consumo di sigarette tradizionali, ostacolandone la cessazione”.
Basandosi su un campione rappresentativo di 3.000 persone, la ricerca ha scoperto che il 26,3% dei fumatori di sigarette tradizionali ne consuma 10 o più al giorno. Il 7% dei fumatori occasionali o abituali di sigarette tradizionali e il 9% di fumatori di e cig, inoltre, ha dichiarato di bere fino a perdere il controllo di se stesso tre o più volte nel mese antecedente all’intervista. Questa percentuale cala all’1% nel caso dei non fumatori.
Tutti questi dati, come rimarcato dal presidente onorario dell’Istituto Mario Negri, Silvio Garattini, sono strettamente correlati alla “condizione di restrizione delle libertà e distress conseguenti alla pandemia”. Nei prossimi mesi, considerando e prevedendo un ritorno progressivo alla normalità, scopriremo se questo trend sarà confermato.