Lo strano caso di Alessio Cerci: 30 anni e una carriera da ricostruire
Federico Martino
Una lunga parabola discendente, tra delusioni, infortuni e tanta malasorte: la stella di Alessio Cerci da anni ha smesso di brillare. Le prestazioni dell'esterno nato a Velletri, dopo l'exploit della stagione 2013/14, hanno subito una lenta ed inesorabile regressione: il Cerci che faceva impazzire le difese avversarie ai tempi del Torino di Giampiero Ventura è ormai solo un lontano ricordo. È proprio dopo quella splendida parentesi in granata, coronata con la qualificazione in Europa League (seppur a tavolino per l’esclusione del Parma), che l'attaccante cresciuto nelle fila della Roma si è disperso tra scelte poco felici e una lunga serie di acciacchi: da quel “Saluti Serie A, ce ne andiamo nel calcio che conta” postato su Facebook dalla moglie Federica Riccardi in seguito al trasferimento all'Atletico Madrid, al ritorno nel Belpaese, solo sei mesi più tardi, in prestito al “povero” Milan prima di Pippo Inzaghi e poi di Sinisa Mihajlovic. Da lì un altro prestito al Genoa: stagione 2015/16, tra gennaio a giugno, Cerci colleziona undici presenze e quattro marcature, eppure il Grifone, al termine del campionato, decide di rispedirlo all'Atletico Madrid, proprietario del cartellino. L'ultima doccia gelata è il mancato trasferimento al Bologna nell'estate 2016 a causa di un problema al ginocchio che ne compromette le visite mediche di ritiro. L'ultimo anno in Spagna è un calvario: al Calderón, infatti, Cerci vive da separato in casa e, dopo aver risolto i propri problemi fisici, colleziona solo una presenza. Nonostante l'anno sostanzialmente di inattività tra i Colchoneros, però, c'è chi ancora chi crede in lui: ovvero l'Hellas Verona, che a parametro zero si accaparra le prestazioni del classe '87 capitolino. La possibilità di vedere Cerci in un tridente completato da Pazzini e Cassano stuzzica il palato dei tifosi scaligeri e non solo, ma dietro l'apparente colpo da novanta del ds Filippo Fusco, c'è una voragine di punti interrogativi a cui solo il campo saprà rispondere. Per Cerci, però, non c'è più tempo da perdere: un’altra annata da comprimario, infatti, estrometterebbe definitivamente il funambolo di Velletri dal calcio che conta davvero.