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Lo 0-4 in campionato non inganni, il Napoli è più forte del Milan. Ma ha 'solo' il 60% di possibilità di passare
Chiedo scusa in anticipo ai molti tifosi del Milan che ci seguono e ai moltissimi che mi ritengono un detrattore (per non dire di peggio) della squadra rossonera. Ma, come ho scritto sette giorni fa, poche ore prima della gara di andata, ritengo che il Napoli sia più forte del MIlan, non abbia accumulato per puro caso ventidue punti di vantaggio in classifica sulla squadra di Pioli e abbia dimostrato, nonostante la sconfitta di San Siro, di avere nella testa la mentalità e nei piedi le occasioni per eliminare l’avversario dalla più importante competizione continentale.
Osimhen, al contrario dell’andata, questa volta ci sarà, sta bene, ha entusiasmo e, anche nella gara con il Verona di campionato, ha rassicurato i suoi tifosi sul fatto di vedere ancora la porta (traversa con gran tiro dal limite dell’area). Chi mi legge sa che non credo alle partite risolte da un solo calciatore. Ritengo che, al limite, questa fosse una peculiarità attribuibile ad un dio (pagano) del calcio come Maradona. Tuttavia, recuperare il centravanti titolare e capocannoniere del campionato, per la squadra che deve risalire lo svantaggio di un gol, rappresenta una grande opportunità. Certo, nessuno può dimenticare che il MIlan, quest’anno, ha battuto il Napoli due volte e, la prima, proprio al "Maradona", dove ha maramaldeggiato rifilandogli quattro reti. Sinceramente credo si sia trattato di un “unicum” e, proprio per questo, irripetibile sia nell’esito che nelle dimensioni. Quella sera il Napoli era distratto e poco affamato, condizioni che non potrà, né vorrà riprodurre questa sera.
Eppure, tante situazioni inducono alla prudenza. Nessuno, neppure un veggente, può seriamanete calarsi nel pronostico, anche perché, per un Osimhen ritrovato, ci sono Kim e Anguissa squalificati. Credo che la squadra di Spalletti non ne risentirà, perché la sua rosa è vasta e competitiva (ecco perché il Napoli è più forte), ma nel calcio non sempre cambiare i calciatori (e due non sono pochi) produce lo stesso effetto. Ecco, allora, che, se a ranghi completi, me la sarei sentita di dire che il Napoli aveva il novanta per cento di possibilità di arrivare alle semifinali, adesso faccio scendere la quota al sessanta per cento.
Non ho ancora capito se Pioli sia un tattico o uno stratega. Quel che so è che all’andata aveva indovinato alcune mosse (Lobotka a uomo) e l’atteggiamento (squadra compatta e pronta a chiudere ogni linea di passaggio). Le ripartenze hanno fatto il resto e, se ci si ricorda lo sviluppo dell’azione sul gol di Bennacer, si capisce come il Milan, per segnare, non possa prescindere da esse. Credo, infine, che la storia non scenda in campo. Se non, a volte, per “scortare” qualche decisione arbitrale favorevole. Con il polacco Marciniak non si corre questo rischio. Perciò non è vero che il Milan è più abituato del Napoli a queste competizioni. Al contrario, lo sarebbe se potesse allineare calciatori che, per larga parte, hanno giocato e vinto nelle coppe europee. Non essendo così, si tratta solo di una forzatura o di un rimando alla suggestione.
Il Napoli gioca meglio e crea più del MIlan. Se il calcio fosse ratio avrebbe già vinto. Ma il calcio batte strade che la ragione, spesso, rifiuta o quasi sempre ignora.
Osimhen, al contrario dell’andata, questa volta ci sarà, sta bene, ha entusiasmo e, anche nella gara con il Verona di campionato, ha rassicurato i suoi tifosi sul fatto di vedere ancora la porta (traversa con gran tiro dal limite dell’area). Chi mi legge sa che non credo alle partite risolte da un solo calciatore. Ritengo che, al limite, questa fosse una peculiarità attribuibile ad un dio (pagano) del calcio come Maradona. Tuttavia, recuperare il centravanti titolare e capocannoniere del campionato, per la squadra che deve risalire lo svantaggio di un gol, rappresenta una grande opportunità. Certo, nessuno può dimenticare che il MIlan, quest’anno, ha battuto il Napoli due volte e, la prima, proprio al "Maradona", dove ha maramaldeggiato rifilandogli quattro reti. Sinceramente credo si sia trattato di un “unicum” e, proprio per questo, irripetibile sia nell’esito che nelle dimensioni. Quella sera il Napoli era distratto e poco affamato, condizioni che non potrà, né vorrà riprodurre questa sera.
Eppure, tante situazioni inducono alla prudenza. Nessuno, neppure un veggente, può seriamanete calarsi nel pronostico, anche perché, per un Osimhen ritrovato, ci sono Kim e Anguissa squalificati. Credo che la squadra di Spalletti non ne risentirà, perché la sua rosa è vasta e competitiva (ecco perché il Napoli è più forte), ma nel calcio non sempre cambiare i calciatori (e due non sono pochi) produce lo stesso effetto. Ecco, allora, che, se a ranghi completi, me la sarei sentita di dire che il Napoli aveva il novanta per cento di possibilità di arrivare alle semifinali, adesso faccio scendere la quota al sessanta per cento.
Non ho ancora capito se Pioli sia un tattico o uno stratega. Quel che so è che all’andata aveva indovinato alcune mosse (Lobotka a uomo) e l’atteggiamento (squadra compatta e pronta a chiudere ogni linea di passaggio). Le ripartenze hanno fatto il resto e, se ci si ricorda lo sviluppo dell’azione sul gol di Bennacer, si capisce come il Milan, per segnare, non possa prescindere da esse. Credo, infine, che la storia non scenda in campo. Se non, a volte, per “scortare” qualche decisione arbitrale favorevole. Con il polacco Marciniak non si corre questo rischio. Perciò non è vero che il Milan è più abituato del Napoli a queste competizioni. Al contrario, lo sarebbe se potesse allineare calciatori che, per larga parte, hanno giocato e vinto nelle coppe europee. Non essendo così, si tratta solo di una forzatura o di un rimando alla suggestione.
Il Napoli gioca meglio e crea più del MIlan. Se il calcio fosse ratio avrebbe già vinto. Ma il calcio batte strade che la ragione, spesso, rifiuta o quasi sempre ignora.