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Lippi, la Cina può aspettare: la nuova affascinante idea per vincere ancora con l'Italia
L’ultima volta che ebbi modo di sentirlo aveva appena deciso di fare ritorno nell’immenso Paese asiatico dove, nuovamente, gli veniva offerta l’opportunità di lavorare per tentare la grande impresa di portare la nazionale cinese al prossimo Mondiale in Qatar. Gli chiesi se non provasse nostalgia per l’Italia. La risposta fu netta: "Nostalgia per che cosa con tutto quel che accade ne nostro Paese? In Cina si vive meglio. Molto meglio". Così ricominciò il suo lungo pendolare tra Pechino e Roma, dove vive sua figlia con il nipotino. Da Roma a Ibiza, meta che Lippi ha scelto come suo buen retiro per i momenti di autentico relax. Qualche volta da Ibiza a Viareggio, soprattutto per portare due rose rosse al cimitero. In Cina c’è la sua nuova combriccola da 'amici miei' che Marcello è riuscito a formare riunendo qualche ex compagno di lavoro insieme al alcuni suoi ex giocatori. Campano alla grande e non hanno alcuna intenzione di fare ritorno a casa, se non per le vacanze. Una scelta di vita determinata non soltanto dai pur eccellenti compensi economici.
Eppure Marcello Lippi in Italia è una leggenda. Il suo nome compare nel libro d’oro come l’ultimo allenatore ancora vivente che vinse un Mondiale. Quello conquistato a Berlino che tanto servì all’Italia non solo per potenziare il suo score sportivo ma soprattutto per ritrovare, almeno in parte, quella verginità perduta malamente dopo aver subito lo stupro dello scandalo Calciopoli. Un evento scolpito nella roccia del tempo dove, su tutto e su tutti, emerge la figura dell’allenatore che riuscì a dare un senso compiuto ad un’impresa che alla vigilia sembrava inarrivabile. E se poi non fu possibile replicarla in Sudafrica, quattro anni dopo, il motivo è riconducibile all’errore sentimentale che già Bearzot aveva commesso dopo il trionfo in Spagna affidandosi in Messico alla vecchia guardia ormai in netta fase di decino. In ogni caso neppure il tonfo successivo riuscì a intaccare la grande bellezza di ciò che era stato compiuto in precedenza.
Marcello Lippi, certamente, non può e non dovrebbe fare finta di nulla. L’altro giorno il presidente della Federazione Gravina, presentando la squadra azzurra delle 'Leggende' che lunedì scenderà il campo contro la Germania per disputare la prima gara di un torneo comunque suggestivo e affascinante, si è augurato che Marcello Lippi accetti di andarsi a sedere sulla panchina dell’Italia per tentare di vincere ancora nel nome del nostro Paese. Sarebbe bellissimo oltreché opportuno e persino giusto se lo facesse. Anche perché molti dei giocatori i quali fanno parte del team azzurro sono gli stessi che contribuirono a trasformare lo stesso Lippi in una leggenda. Il calcio, per fortuna, non ha ancora assassinato i sentimenti. La Cina, per un poco di tempo, potrebbe aspettare.