No al supertridente, Sarri spezza il sogno della Juve. Lippi fu più audace e vinse tutto
Stefano Agresti
Marcello Lippi fu più audace. Arrivò alla Juve nel 1994, anche lui si giocava una fetta di carriera. Era scivolato nei bassifondi del calcio, era risalito faticosamente, non poteva fallire quell’occasione. Si trovò davanti Baggio, Vialli e Ravanelli, disse loro: “Se mi aiutate, vi faccio giocare tutti assieme”. Sembrava una follia, era un calcio ingabbiato, era più difficile azzardare rispetto a oggi, solo Zeman andava avanti a testa bassa con tre attaccanti e non vinceva mai. Eppure lui, Lippi, lo fece: così conquistò l’Italia, l’Europa e il mondo, sostituendo poi Baggio con Del Piero. Perché adesso Sarri non ci prova nemmeno?