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  • L'Inter pende sempre a sinistra: Inzaghi e il mercato non hanno trovato un'alternativa

    L'Inter pende sempre a sinistra: Inzaghi e il mercato non hanno trovato un'alternativa

    • Emanuele Tramacere
    La sconfitta nel derby in casa Inter chiude una settimana ricchissima di alti e bassi, dopo il pareggio per 0-0 ottenuto in Champions League contro il Manchester City rappresenta un apice che, visto a posteriori, lascia più rimpianti che altro nella mente dei tifosi nerazzurri. Due pareggi e una sconfitta in un inizio di stagione che vede i nerazzurri fermi a sole due vittorie ottenute e tanta amarezza per i tanti troppi punti lasciati per strada più per atteggiamento mentale che non per limiti tecnico-tattici. Eppure, analizzando proprio il rendimento nel derby perso 2-1 contro il Milan, appare evidente come in realtà questa squadra si porti dietro da tempo un limite strutturale importantissimo: quello della fascia destra.


    L'INTER PENDE A SINISTRA - I dati sono tanti e si ripetono di gara in gara, ma in un derby in cui l'Inter ha fatto fatica a sviluppare le sue trame di gioco, è apparso fin troppo evidente, anche agli avversari, come la costruzione del gioco dei nerazzurri penda incredibilmente verso la corsia di sinistra. Un dato che emerge chiaramente anche soltanto visionando ad un primo sguardo, la heatmap complessiva della squadra nerazzurra. Approfondendo meglio il concetto, però, è ancor più evidente come soltanto 11 palloni siano stati giocati dalla trequarti in su lungo la corsia destra a fronte di ben 63 giocati lungo l'out di sinistra.

    INZAGHI NON HA TROVATO L'ALTERNATIVA -
    In un calcio che si sviluppa, evolve, cresce e in cui soprattutto gli avversari studiano e mettono in atto contromosse, Simone Inzaghi (bravissimo ad esempio contro il City a depotenziarne i punti di forza) oggi non è riuscito a trovare una soluzione a questa problematica "endemica" che l'Inter si porta dietro. Darmian per caratteristiche è un esterno più difensivo e Dumfries, comunque apparso in crescita nei 63 minuti in cui è stato lasciato in campo, viene cercato raramente perché lui, per caratteristiche ha più bisogno di campo davanti a sé rispetto a Dimarco a sinistra che è più bravo a dialogare nello stretto.

    MANCA PAVARD - C'è però di più, perché l'Inter viaggia lungo le corsie anche sfruttando le celebri "catene" con i braccetti difensivi del 3-5-2 e allora, se sicuramente le caratteristiche di Darmian e Dumfries non aiutano a spingere lungo la corsia destra, altrettanto non sta aiutando il rendimento di Benjamin Pavard, che esterno lo è stato e che da braccetto doveva rappresentare l'alternativa destrorsa a Bastoni. Il francese sta vivendo un inizio di stagione horror sia difensivamente che offensivamente. Una questione fisica? Probabilmente si, ma se col City è stata ben apprezzata la prova di Bisseck è perché l'ex-Bayern, pagato oltre 35 milioni di euro per portarlo a Milano, non sta brillando.

    IL MERCATO NEMMENO - E pensare che in estate diversi nomi erano stati fatti proprio per un rinforzo nel reparto nei giorni in cui il rinnovo di contratto dell'esterno olandese ancora non decollava. Da Wan Bissaka del Manchester United a Sugawara, giapponese oggi al Southampton e all'epoca dell'Az Alkmaar, passando infine per Ndoye del Bologna, il club nerazzurro aveva messo nel mirino giocatori con caratteristiche incredibilmente diverse da quelle dei due giocatori presenti in rosa. E se Buchanan viene (e verrà visto al momento del rientro) da Inzaghi come il jolly a sinistra, a destra oggi manca un profilo "alla Cuadrado" che l'anno scorso non c'è stato a lungo, ma che era presente nelle idee di allenatore e società.

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