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    Inzaghi pensa alla Lazio, l'Inter non gioca: esame fallito, in Champions ora rischia

    Inzaghi pensa alla Lazio, l'Inter non gioca: esame fallito, in Champions ora rischia

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Prima in campionato, ma non nel girone di Champions. Tutta colpa di un brutto 0-0 che l’Inter non riesce a sbloccare contro la Real Sociedad, finendo con gli stessi 12 punti degli avversari, penalizzata però da una peggiore differenza reti generale. Sembrava troppo facile vincere in casa e invece non è stato così. Al di là del turnover, i nerazzurri hanno sbagliato l’approccio alla gara, favorendo la tattica conservativa degli avversari, che nella ripresa hanno persino provato a vincere. Non sarebbe stato giusto, ma non sarebbe stato giusto nemmeno un successo della squadra di Inzaghi che ha fatto troppo poco per ottenere i tre punti e per la prima volta dopo venti partite (quindici di campionato e cinque di Champions) non ha segnato nemmeno un gol in questa stagione. Un passo indietro che deve far riflettere in prospettiva, sia perché negli ottavi l’Inter potrebbe trovare il Real Madrid, il Bayern Monaco o il Manchester City, sia perché (non) giocando così ha fallito un esame di maturità e di personalità, rischiando di complicarsi la vita per il suo futuro in Champions. 

    ANDAMENTO LENTO Inzaghi sembra più interessato alla prossima sfida di campionato sul campo della Lazio che al primo posto nel girone e così, rispetto all’ultimo successo contro l’Udinese, inizialmente risparmia tre titolarissimi: Bastoni, Barella e Lautaro, più Bisseck. Al loro posto ecco Carlos Augusto nel trio difensivo alla sinistra di Acerbi e del nuovo capitano Darmian, Cuadrado con Frattesi nel centrocampo completato da Calhanoglu, Mikhitaryan e Dimarco e soprattutto con Sanchez in attacco al fianco di Thuram. Non è questa, però, la spiegazione del deludente primo tempo dei nerazzurri, che si addormentano passivamente nella studiata ragnatela preparata dei baschi. Mai visti tanti passaggi indietro al portiere o nella migliore del ipotesi orizzontali al compagno più vicino, con il chiaro intento di difendere lo 0-0 che qualificherebbe la Real Sociedad. Roba da morire di noia davanti alla tv e di freddo a San Siro, per l’andamento lento non degno di una gara di Champions .

    ZERO TIRI La colpa dell’Inter è quella di non andare mai in pressing sugli avversari, che hanno il merito di chiudere tutti gli spazi a Calhanoglu e compagni quando tentano di ripartire. E così bisogna attendere più di mezz’ora per la prima emozione, quando un colpo di testa di Mkhitaryan sorvola la traversa. E’ un lampo che sembra svegliare la squadra di Inzaghi, di nuovo pericolosa con le accelerazioni di Thuram e un cross basso di Dimarco, bloccato dal portiere, ma comunque incapace di effettuare un vero tiro nello specchio della porta fino all’intervallo. Alla faccia della partita da vincere per ottenere il primo posto.

    SCOSSA INUTILE
    La speranza dei tifosi nerazzurri di vedere una squadra più aggressiva nella ripresa si scontra con la volontà della Real Sociedad di non limitarsi a difendere lo 0-0, perché il giapponese Kubo stimola i suoi compagni ad avanzare il proprio raggio d’azione e così per la prima volta Sommer è costretto a intervenire in presa bassa. E allora Inzaghi effettua tre cambi per dare finalmente una scossa, psicologica prima ancora che tecnica. Barella, Arnautovic e Lautaro rilevano Mkhitaryan, Thuram e Sanchez e guarda caso il capocannoniere del campionato è il primo a indirizzare un pallone verso Remiro che però non deve compiere una prodezza per bloccarlo. Come non detto, comunque, perché l’Inter rischia più di prima e soltanto il provvidenziale intervento del Var fa cancellare il rigore che l’arbitro aveva assegnato alla Real Sociedad dopo un contatto tra Calhanoglu e lo scatenato Kubo, che in realtà aveva simulato il fallo e per questo viene giustamente ammonito. Ci sarebbe ancora il tempo per segnare il gol del successo, ma i 6’ di recupero trascorrono senza altre emozioni. E quindi l’Inter non dovrà lamentarsi lunedì se il sorteggio le riserverà negli ottavi un avversario che sarebbe stato meglio evitare.  
     

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