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    L'Inter ne combina meno dell'Atalanta e manda un doppio segnale da scudetto

    L'Inter ne combina meno dell'Atalanta e manda un doppio segnale da scudetto

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    Un’altra vittoria in trasferta, la quinta su cinque, con il rigore dello specialista Calhanoglu e il raddoppio di Lautaro, sempre più capocannoniere con 12 reti, mentre l’Inter è sempre più capolista con 28 punti. Un successo che vale doppio, in generale perché l’Atalanta aveva sempre vinto in casa senza subire reti, e in particolare perché il 2-1 a rischio dopo l’ultimo gol di Scamacca, rispecchia le sofferenze dell’Inter in difficoltà all’inizio e alla fine. Per come ha aggredito gli avversari e per come ha saputo reagire sullo 0-2, l’Atalanta non avrebbe infatti demeritato il pareggio, ma proprio su un campo così difficile i nerazzurri di Inzaghi hanno confermato di essere una squadra vera, con una mentalità e un equilibrio che fanno ben sperare, perché vincere gare così è un segnale da scudetto.

    PRIMA IL FUMO - L’Atalanta ha il merito di partire meglio dell’Inter, irriconoscibile per l’atteggiamento passivo e per il suo completo arancione, ma il demerito di non concretizzare quella che un tempo si chiamava “superiorità territoriale”, da non confondere con le percentuali fasulle sul “possesso-palla”. Le discese sulla destra concluse con i puntuali cross di Zappacosta servono a poco, infatti, perché al centro dell’area di rigore c’è sempre la testa di un difensore avversario, del centrale De Vrij preferito ad Acerbi o dello stesso Acerbi a sua volta preferito a Bastoni sul centro sinistra, fermo restando Pavard sulla destra. E quando non è uno dei tre a respingere, le due punte atalantine Scamacca e Lookman non trovano mai la deviazione che possa impensierire Sommer, che così raccoglie soltanto i passaggi arretrati dei suoi compagni. Tanto fumo, a ritmo lento, non produce nulla a discapito dello spettacolo e delle emozioni vicine allo zero, anche perché l’Inter subisce passivamente e fatica a superare la metà campo, visto che i due esterni Dumfries e Dimarco sono risucchiati indietro dai rispettivi dirimpettai Ruggeri e Zappacosta, mentre Barella e Mkhitaryan si limitano a galleggiare attorno a Calhanoglu, lasciando così isolatissimi Lautaro e Thuram.

    POI L’ARROSTO - Lo 0-0 sembra il logico punteggio con cui si chiuderà il primo tempo e invece, improvvisamente, ecco la prima svolta della partita. Darmian, subentrato poco prima all’infortunato Pavard uscito in lacrime, scatta in profondità su un bel lancio di Calhanoglu e viene atterrato da Musso in uscita. L’arbitro Sozza non ha alcun dubbio e indica il dischetto del rigore, senza nemmeno aspettare le indicazioni del Var. E come al solito lo specialista Calhanoglu trasforma alla perfezione con un tiro angolatissimo che vale l’1-0. Un’occasione, un gol, per la serie “contano i fatti”, cioè il risultato, che subito dopo potrebbe ulteriormente penalizzare l’Atalanta perché lo stesso Calhanoglu riesce a impegnare per la prima volta su azione Musso, bravo a negargli il gol del raddoppio.

    E I PASTICCINI - L’intervallo dovrebbe servire per regalare maggiore spinta all’Atalanta, magari con qualche cambio. Come non detto, invece, perché Gasperini non cambia nulla ma soprattutto non si vede la minima reazione della sua squadra che sembra ancora sotto shock. L’Inter capisce il momento difficile dei padroni di casa e sfiora il 2-0 con un gran diagonale di Dimarco. Questione di pochissimo e il 2-0 arriva davvero, grazie a un regalo della difesa atalantina, sfruttato alla perfezione da Lautaro che dalla sinistra fa partire un gran destro che si infila nell’angolino opposto. Sembra il dolce finale per lui e per l’Inter, ma proprio nel momento più difficile l’Atalanta pareggia con un altro pasticcino del suo attaccante migliore. Lookman strappa un pallone a Dimarco, che va a terra reclamando il fallo subito, e sul suo cross Scamacca è bravo ad anticipare Acerbi e De Vrij infilando in rete il pallone della speranza, il primo gol subito in trasferta da Sommer, imbattuto nelle precedenti quattro gare.

    DIGESTIVI FINALI - Frattesi e Carlos Augusto, rispettivamente al posto di Mkhitaryan e Dimarco, sono i lussuosi ricambi di Inzaghi per ricaricare l’Inter tornata in difficoltà come in avvio di partita, perché l’Atalanta che sembrava in crisi torna a credere nel pareggio. Sommer è bravo a respingere i primi veri tiri pericolosi, ma anche Musso si deve impegnare per bloccare un conclusione di Dumfries. Così il finale è più avvincente del prologo, perché anche De Ketelaere e Muriel da una parte, che rilevano Lookman e Koopmeiners, e Sanchez dall’altra che sostituisce Calhanoglu regalano vivacità e occasioni. E anzi proprio un’incursione del cileno provoca l’espulsione per doppia ammonizione di Toloi che lascia così l’Atalanta in dieci negli ultimi 6’ di recupero, chiusi con la festa dell’Inter. Perché questa vittoria vale molto di più delle altre quattro in trasferta. In attesa della prossima, sul campo della Juventus…

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