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L'Inter domina e torna in vetta. Lukaku annullato dalla Roma, non dai fischi di San Siro
SOLO INTER - Primo quarto d’ora, una traversa e due palle-gol dell’Inter che ha chiarito subito il tipo di partita preparato alla Pinetina. Voleva schiacciare la Roma fin dall’inizio e in effetti l’avvio è stato una tempesta per la squadra di Mourinho. Traversa di Calhanoglu con un tiro fantastico dal limite dell’area, respinta di piede e d’istinto di Rui Patricio su conclusione da due passi di Thuram, esterno sinistro di Dimarco in area uscito di poco. La Roma barcollava a destra (Kristensen contro Dimarco) e franava a sinistra dove Zalewski non riusciva mai, ma proprio mai, a tenere il dirompente Dumfries, anche sul piano fisico era un duello improponibile.
ROMA TUTTA DIFESA - Troppi assenti per Mourinho per immaginare una partita di minor sofferenza. Smalling, Spinazzola, Dybala, Renato Sanches, Abraham, Pellegrini e Kumbulla, tutti titolari (tranne Kumbulla), tutti fuori, dall’altra parte a Inzaghi mancavano solo due riserve, Arnautovic e Cuadrado. In quelle condizioni, la Roma non solo non ha mai tirato in porta per tutto il primo tempo, ma non si è nemmeno avvicinata all’area nerazzurra. Troppi assenti, è vero, ma anche troppo passivo il gioco dei giallorossi che avevano solo due vie d’uscita: tenere la palla più a lungo possibile (e ci sono riusciti poco, molto poco) e allentare la pressione nerazzurra facendo girare la palla fra i tre difensori e Paredes. Ogni volta (pochissime volte, per la verità) che lanciavano per cercare Lukaku, l’Inter recuperava subito palla e trovava spazio per arrivare alla conclusione, così anche quei tentativi si sono ulteriormente ridotti.
LUKAKU DIFENSORE - Sommerso da fischi e fischietti, Lukaku è stato utile alla Roma solo sui calci d’angolo dell’Inter, di testa ha respinto per due volte i cross dalla bandierina di Dimarco. Bene come difensore, zero come attaccante, non per colpa sua e nemmeno per la contestazione di San Siro, ma solo perché la Roma non ce la faceva ad arrivare fin lassù. Per fortuna di Mourinho, l’Inter ha rallentato ritmo e intensità a metà del primo tempo e ha ripreso forte solo intorno al 40' con le conclusioni di Pavard (fuori) e Barella (alto). Sul piano difensivo, teneva bene Llorente con chiusure tempestive e raddoppi opportuni, mentre in quel primo tempo tutto di marca interista è mancato il contributo di Lautaro Martinez, mai davvero pericoloso.
UN BRICIOLO DI ROMA - Secondo prassi ormai consolidata, nell’intervallo Inzaghi ha tolto l’ammonito Pavard per far entrare Darmian. A inizio ripresa la partita non è cambiata, palla e attacco per l’Inter, attenzione e difesa per la Roma. In zona-gol l’Inter continuava a sbagliare, ancora con Thuram (colpo di testa alto) e qualche minuto dopo Paredes ha rischiato il secondo giallo per un fallo non visto da Maresca su Dumfries. Intorno al quarto d’ora, la Roma ha deciso di farsi vedere anche in attacco: resistere in quel modo così passivo era troppo rischioso. Così Sommer ha cominciato a lavorare con un’uscita bassa su El Shaarawy ma di basso grado di pericolosità. Era il 13', otto minuti dopo ecco l’unica ma grande occasione da gol della squadra di Mourinho: cross di Zalewski, stacco micidiale di Cristante su Bastoni, colpo di testa e paratona di Sommer. La Roma è nata e finita lì. Sessantacinque minuti di attesa per un tiro in porta, dal 2004-05 non aveva mai aspettato così a lungo per la prima conclusione in una gara di Serie A. Non è proprio un bel dato, così come non lo è quello dei palloni toccati in area interista: due, due di numero.
IL GUIZZO DI THURAM - Alla mezz’ora della ripresa Inzaghi ha fatto due cambi che hanno un po’ sorpreso ma che, alla resa dei conti, hanno portato dei vantaggi alla squadra: fuori i tecnici Calhanoglu (ammonito) e Mkhitaryan e dentro Asllani e Frattesi. La Roma ha cercato di proteggersi sulla fascia dove Zalewski stava perdendo nettamente il duello con Dumfries inserendo Celik al posto del giovane polacco. E’ stato l’ex empolese Asllani, con un lancio perfetto di 50 metri, a pescare a sinistra Dimarco (marcato male, troppo largo, da Kristensen), cross a pelo d’erba, Thuram ha bruciato Llorente, impeccabile fino a quel momento, e consegnato all’Inter tre punti ampiamente meritati. Sotto gli occhi di suo padre Lilian, per Thuram junior è stata una gioia doppia. Per Dimarco, invece, era il quarto assist di questo campionato, così ha già eguagliato il suo record personale nella specialità. E’ ripartita la serie dei cambi, Inzaghi ha tolto Dimarco per dare spazio a Carlos Augusto, Mourinho ha deciso per l’ingresso di Belotti al posto di El Shaarawy e Inzaghi ha risposto con De Vrij al centro della difesa e lo spostamento di Darmian sulla fascia destra. Nel finale, terzo attaccante per la Roma, Azmoun, ma è stata ancora l’Inter ad avvicinarsi al raddoppio con un destro (lui che è mancino) da fuori area di Carlos Augusto che ha centrato la seconda traversa della serata nerazzurra.