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  • Lezione Atalanta: così ha costruito una rosa da Scudetto

    Lezione Atalanta: così ha costruito una rosa da Scudetto

    • Federico Albrizio
    L'Atalanta non è più una favola, ma una solida realtà in Italia e in campo internazionale pronta ad alzare ancora l'asticella: dopo la conquista della UEFA Europa League nel 2024, anche la parola Scudetto non è più un tabù. Ma come ha costruito una rosa in grado di lottare per il titolo?

    La vittoria contro il Milan ha messo la Dea in vetta alla classifica di Serie A per un weekend, aspettando il risultato del Napoli, e ha confermato il momento di forma impressionante della squadra di Gian Piero Gasperini: nove vittorie consecutive, eguagliando il record del 2020, mai così in alto in classifica a questo punto del campionato nella sua storia.

    NUOVO STATUS - "Vinceremo il Tricolor" hanno cantato i tifosi al Gewiss Stadium dopo il successo e Gasperini non ha voluto frenare l'entusiasmo dei sostenitori bergamaschi. E diversamente non potrebbe essere, perché il trionfo contro il Bayer Leverkusen nella scorsa finale di Europa League ha sancito definitivamente il cambio di status dell'Atalanta, confermato poi dallo strepitoso avvio di stagione: prima in campionato e quinta in Champions a dicembre, è una contender su due fronti.

    PROGRAMMAZIONE PROGRESSIVA - Merito del lavoro di Gasperini e della programmazione della società, che negli anni ha continuato a costruire portando avanti progressivamente le proprie idee nonostante i passaggi di consegna in dirigenza (processo avviato con Marino, sviluppato da Sartori e ora guidato da D'Amico), fino al punto di stravolgere le dinamiche a cui era uso il calcio italiano. Non è più un'Atalanta di sostanza con pochi picchi di qualità che deve fronteggiare rose mediamente più ampie nella qualità, la rosa è profonda e di alto livello al punto di ritrovarsi anche più scelta rispetto alle big tradizionali. Un dettaglio evidenziato anche dai cambi effettuati dalle due squadre durante la gara contro il Milan.

    INTUIZIONI E REATTIVITA' - Il tutto anche a fronte di una cessione illustre come quella di Teun Koopmeiners alla Juventus. Come si poteva migliorare ulteriormente la rosa? Innanzitutto, anticipando ancora la concorrenza con le intuizioni. Che non vuol dire limitare le spese, perché accanto a parametri zero mirati (Kolasinac e Cuadrado due esempi lampanti). Hojlund, Ederson, Scamacca e Hien sono solo alcuni dei nomi portati a Bergamo a suon di milioni e quest'anno non è andata diversamente. Spendere sì, ma farlo bene andando a colmare quelle piccole lacune che si manifestano via via. La difesa aveva bisogno di ritocchi complici i lunghi tempi di recupero di Scalvini? Ecco Godfrey ma soprattutto Kossounou, fresco campione di Germania con il Bayer Leverkusen, a condizioni economiche vantaggiose (3 milioni di euro per il prestito, altri 24 per il diritto di riscatto che diventa obbligo a determinate condizioni). Servono sostanza e qualità a centrocampo complice anche la partenza di Koopmeiners? Arrivano Brescianini (1 milione per il prestito, 11 per l'obbligo di riscatto) e quel Samardzic che pochi mesi prima era a un passo dall'Inter e che in estate flirtava con Milan e Napoli (prestito con diritto/obbligo di riscatto a 20 milioni più bonus). Sulle fasce via l'esperto Hateboer dentro per 20 milioni Bellanova, uno dei migliori giocatori della scorsa Serie A.

    Intuizioni ma anche reattività nel rispondere con forza anche agli imprevisti. In questo senso fa scuola l'acquisto di Retegui immediatamente dopo l'infortunio di Scamacca: il centravanti della Nazionale era stato a lungo corteggiato dalle big italiane (Inter e Milan tra queste) salvo poi finire al Genoa dove è stato protagonista di una buona stagione, l'Atalanta ha creduto nelle sue potenzialità (investendo 25 milioni tra parte fissa e bonus) ed è stata premiata, perché oggi il numero 32 guida la classifica dei marcatori in A.

    DE KETELAERE E ZANIOLO: LA RIVINCITA DEGLI "SCARTI" - Samardzic e Retegui due talenti "snobbati" dalle big e ora preziosi per l'Atalanta. E poi ci sono giocatori "scartati" dalle big che a Bergamo stanno trovando la loro rivincita personale. De Ketelaere ne è l'esempio più lampante. Dimenticatevi quel ragazzo timido e poco incisivo dei tempi del Milan, quella scommessa di Maldini mai veramente ripagata sul campo, in nerazzurro il belga ha trovato la sua nuova dimensione, tattica e caratteriale. La prima stagione è stata positiva, l'avvio di questa ha alzato ulteriormente l'asticella e sta premiando gli sforzi della Dea, riuscita anche a trattare con i rossoneri rimandando di fatto l'acquisto a titolo definitivo del suo cartellino. CDK ora ha un collocamento in campo che si addice alle sue qualità, seconda punta mobile, ed è in grado di incidere con continuità, basti pensare che nell'anno solare 2024 ha messo insieme 15 gol - ultimo quello realizzato proprio contro il Milan venerdì sera - e 16 assist raggiungendo Mohamed Salah e Cole Palmer nel mini-gruppo di calciatori capaci di realizzarne almeno 15 e 15.

    De Ketelaere un successo di Gasperini e l'Atalanta spera che lo stesso cammino possa percorrerlo Zaniolo, tornato in Italia dopo l'avventura al Galatasaray (prestito oneroso a 6,4 milioni di euro più diritto di riscatto a 15,5 milioni). Il classe '99 non è ancora entrato del tutto nei meccanismi della squadra, ma i due gol realizzati in neanche 300 minuti giocati sono un buon segnale. E la rete realizzata alla sua ex squadra, la Roma, con tanto di esultanza e polemiche con i suoi vecchi tifosi è una prima piccola rivincita personale.

    LA FORZA DI DIRE NO - La forza di investire, ma anche la forza di dire no a sacrifici non necessari e anzi pericolosi. Koopmeiners ha voluto la Juventus e forzato la propria uscita, ma uscito l'olandese perdere un altro big era fuori discussione. E così è stata gestita con fermezza la situazione di Lookman, anche lui fortemente tentato da una nuova esperienza e lusingato dalla corte del PSG. Pochi mesi fa è stato l'uomo copertina dell'Europa League con la tripletta in finale, oggi i piccoli mal di pancia estivi sono solo un ricordo e il nigeriano è il frontman di una rosa da Scudetto, leader tecnico indiscusso della manovra offensiva della Dea. E se i fari del mercato sono sempre puntati su di lui, oggi lasciare Bergamo e l'Atalanta è un pensiero meno sempre meno intrusivo anche a fronte di ricche proposte.

    VALORE E COSTO REALE: LA MANO DI GASPERINI - Sembra infine quasi superfluo evidenziarlo ancora una volta, ma la grande opera della dirigenza sul mercato ha trovato negli anni la sua fortuna nel lavoro di Gasperini, la cui mano sui risultati dell'Atalanta è evidente e innegabile. Sia dal punto di vista sportivo sia da quello economico, perché per saper vendere bene come ha dimostrato di saper fare la società bergamasca con i propri giocatori bisogna avere anche chi è in grado di valorizzare i prodotti di casa. Lo si ripete da anni, ma è un concetto da ribadire analizzando i numeri che accompagnano i successi della Dea.

    Le valutazioni dei cartellini e di conseguenza il valore della rosa sono dati che possono mutare rapidamente, ma aiutano a comprendere la costruzione di un progetto. Da questo punto di vista, osservando Transfermarkt.it, la rosa dell'Atalanta ha una valutazione complessiva di 447,6 milioni di euro: superiore a quella del Napoli di una quindicina di milioni, inferiore di oltre 100 milioni a quelle di Juventus e Milan, -200 rispetto all'Inter.

    Dati che forniscono un'indicazione di massima, più oggettivo il dato che si riferisce a quanto è costata la rosa su cui può contare oggi l'Atalanta: poco meno di 221 milioni di euro, meno della metà della Juventus, poco meno di 100 milioni in meno rispetto all'Inter, circa -130 dal Milan e circa 160 in meno del Napoli. Tradotto: oggi la rosa dell'Atalanta viene valutata il doppio di quanto sia effettivamente costata. Se non bastassero i risultati ottenuti sul campo dalla squadra di Gasperini, ci pensano questi numeri a dare la misura della crescita. Se per l'Atalanta lo Scudetto oggi non è un sogno remoto ma un'ambizione realistica non è un caso o una favola, ma il logico risultato di una lunga e seria programmazione.

    @Albri_Fede90

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    Paco Lanciano
    Paco Lanciano

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