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    Lezione a Rangnick, la dignità non ha prezzo: Maldini lascerà il Milan, non sarà complice dei piani di Gazidis

    Lezione a Rangnick, la dignità non ha prezzo: Maldini lascerà il Milan, non sarà complice dei piani di Gazidis

    • Alberto Cerruti
      Alberto Cerruti
    E’ passato un mese da quando escludevamo che Maldini potesse rimanere al Milan, dopo il brusco addio di Boban con il quale aveva sempre lavorato in perfetta sintonia, e da allora il caos è aumentato oltre ogni previsione. Nel frattempo Ibrahimovic è tornato dalla Svezia anche se nessuno ha la certezza che il campionato riprenderà, e soprattutto Rangnick è uscito allo scoperto in Germania come non aveva mai fatto in precedenza, confessando non soltanto che il Milan lo aveva contattato ma spiegando anche il suo programma di lavoro, secondo il quale lui dovrebbe avere pieni poteri, con un nuovo staff tutto suo, ovviamente straniero.

    La settimana scorsa, proprio in questa rubrica, ci eravamo permessi di considerarlo un indiretto provocatore nei confronti di un collega come Pioli, che una volta di più si è confermato un gran signore perché non si è mai lamentato. Molti ci hanno contestato e chissà se qualcuno avrà cambiato idea, visto che il tecnico tedesco, invece di tacere, ha aggiunto altri particolari sulle proprie idee, provocando così anche Maldini.

    Più riservato per carattere di Boban, l’ultimo grande capitano del Milan è così uscito allo scoperto con un chiaro, ma duro, comunicato all’Ansa in cui ha ricordato a Rangnick che prima di imparare l’italiano, dovrebbe imparare il rispetto per chi sta lavorando, tra l’altro in condizioni particolarmente difficili. Una difesa ineccepibile, da parte di chi ha subito un’evidente invasione di campo, che dovrebbe avere aperto gli occhi anche a chi, come l’incauto presidente Scaroni, aveva indirettamente accusato Maldini di avere sbagliato a scegliere Giampaolo.

    E’ vero che Maldini, come tutti del resto, ha commesso degli errori ma a parte il fatto non trascurabile che sicuramente vuole più bene lui al Milan di Scaroni, Gazidis, Paul e Gordon Singer e naturalmente Rangnick messi insieme, ammesso che prima fosse dalla parte del torto, ora è passato dalla parte della ragione. Il problema, infatti, non è soltanto la scelta di Rangnick “un profilo non adatto al Milan”, come Maldini aveva già anticipato in febbraio, ma i modi e i tempi con cui Gazidis ha contattato il tecnico tedesco e ora i modi e i tempi con cui lo stesso Rangnick ha sparpagliato altre parole sul suo possibile futuro rossonero.

    Un mese dopo, quindi, siamo ancora più convinti che Maldini lascerà il Milan, perché se accettasse il presunto invito a rimanere da parte di Gazidis cadrebbe nella trappola della strumentalizzazione, senza alcuna giustificazione. Per sua fortuna e per carattere non ha bisogno, né è attaccato ai soldi e quindi senza questa motivazione, alla quale si aggrappano in tanti, non avrebbe alcun senso per lui rimanere con un tecnico che lui non stima e che lo vuole scavalcare, senza un ruolo operativo, offrendo a Gazidis la possibilità di dire che il Milan non ammaina le sue bandiere.

    La verità è che dopo Gattuso e Boban, anche lui ha capito che questo Milan tutto straniero nei posti di comando non ha futuro e quindi, se rimanesse, diventerebbe suo malgrado complice di una gestione affidata a persone che non sanno nulla del calcio italiano e pensano soltanto al business, sbandierando il modello Arsenal, squadra che però non ha vinto nulla con le grandi idee di Gazidis. A questo punto, quindi, la vera sorpresa non sarebbe la presenza di Rangnick sulla futura panchina del Milan, bensì quella di Maldini in tribuna. Perché la dignità non ha prezzo, come la gioia per le cinque coppe dei Campioni/Champions rossonere che soltanto lui ha sollevato.

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