Getty Images
Lettera anonima di un genitore: 'Gli altri pagano per far giocare i figli'
Ecco il testo:
"Le scrivo perché vorrei capire come razza è combinato il sistema del nostro calcio giovanile? Mio figlio - che gioca nei giovani dilettanti - è dall'inizio della stagione che è stato messo fuori rosa per dare spazio ai figli di quelli che pagano per vedere i loro "campioni" scendere in campo nelle partite di campionato. Devo forse denunciare qualcuno? Un altro problema: mio figlio è vincolato fino al 25° anno di età; il suo futuro calcistico sarà stare 10 anni in panchina?".
Rispondo alla lettera - anonima - come segue:
Gentile Genitore (non mi è dato sapere se Lei sia un papà o una mamma),
partiamo dalle norme. Suo figlio è stato messo "fuori rosa" significa per Lei - presumo - che non è mai stato schierato in campo nelle partite ufficiali. Ricordiamo, invece, che, anche se la norma (art. 7 contratto collettivo serie A) è meglio riferibile al mondo dei calciatori professionisti, essere messi fuori rosa sta a significare l'esclusione temporanea del calciatore addirittura dagli allenamenti.
Ma non penso che possa essere accaduto questo. Lei lamenta, infatti, l'esclusione dalle partite. Eppure anche in questo caso vengono in soccorso le norme. L'art. 109 delle Norme Organizzative Interne della FIGC contempla la possibilità per il calciatore dilettante di ottenere lo svincolo per inattività nel caso in cui non abbia preso parte, per motivi a lui non imputabili, ad almeno 4 gare ufficiali nella stagione sportiva. Come si fa ottenere questo svincolo? Il calciatore deve chiedere entro il 15 giugno con lettera raccomandata diretta alla Società di essere incluso nella "lista di svincolo". Quindi, in sintesi, anche se avete firmato il tesseramento pluriennale potrete liberarvi dalla società per inattività del calciatore stesso. Ma la Sua lettera contiene un'altra denuncia ben più grave. Lei sospetta che i figli degli altri genitori scendano in campo perchè questi ultimi mettono mano al portafoglio.
Io qui non posso esserLe molto d'aiuto non avendo a disposizione né prove né controprove; un'accusa così pesante spero derivi unicamente dalla sua rabbia di vedere i figli degli altri genitori, e non il suo, scendere in campo nelle partite di campionato. Ma, nello stesso, tempo, visto che - come disse Giulio Andreotti - "a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca", per sgomberare il campo da dubbi, equivoci e malcontenti, Le consiglio l'unica strada percorribile: lo svincolo per inattività del calciatore. Cambiate aria in fretta, sia in campo che sugli spalti, da sempre covo di malelingue genitoriali...
Jean-Christophe Cataliotti - www.footballworkshop.it
Scrivi la tua lettera a : avvcataliotti@libero.it