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Leonardo: 'Maldini è deluso, voleva dire sì. Se mi chiamassero rifiuterei'
Leonardo, ieri sera, ha parlato della situazione societaria del Milan a Sky Sport, nel Club di Fabio Caressa: l'ex calciatore e dirigente dei rossoneri ha la dote di non essere mai banale e ha voluto commentare il recente no di Maldini al ritorno nel Diavolo. Ecco le sue parole: "Io sono stato con Paolo in questo periodo, tra le varie telefonate e l’incontro con il Milan. Paolo aveva la certezza di accettare la proposta del Milan, non aveva il minimo dubbio, non esisteva la possibilità di dire no. Un ritorno al Milan era un desiderio dentro di lui. Quello che lo ha deluso è stato l’approccio, il modo, la non conoscenza reale dell’avvenire e la non chiarezza dei ruoli. Se a me arrivasse un’offerta del genere, senza che io conosca il proprietario o chi guiderà la società, vi dico che le mie richieste sarebbero molto simili a quelle che ha fatto Paolo."
SU UN'EVENTUALE CHIAMATA - " Una chiamata sul mio telefono? No no, nessuno mi ha mai chiamato, non ho ricevuto nulla dal Milan. Il punto è che per Paolo quella è casa sua, e se lui dice sì diventa il garante di questo nuovo progetto: avesse accettato, sarebbe stato lui il grande avallo del progetto dei cinesi, e non Fassone né chiunque altro. Paolo ha chiesto di conoscere i proprietari, sapere chi sono e che cosa vogliono. Non è che non si fida di Fassone, ma lo stesso Fassone non sa tutto, non conosce tutti i cinesi. Lui ha un riferimento tra coloro che hanno creato il fondo, ma non sa chi siano tutte le persone coinvolte. Di certo c’è solo la vendita, gestita da questo fondo, ma i nomi non si conoscono. Il referente in contatto con Fassone è Han Li. C’è che se io sono Maldini, a casa mia, dove sono stato per più di 30 anni, voglio sapere esattamente chi siano e cosa vogliano queste persone. Vi dico di più, Paolo ha cercato di tutelare il Milan, oltre che capire esattamente cosa ci fosse dietro."
SULLA FRETTA DI PRENDERE MALDINI - "Paolo voleva sapere. Uno come lui ha bisogno di avere certezze sul significato che si intende dare alla sua figura all’interno di un progetto. Lui è ben conscio di non aver mai fatto nulla di che a livello dirigenziale, ma con la sua storia a livello sportivo non ci vuole tanto. Paolo voleva un’area sportiva con libertà d’agire. Uno come lui deve avere delle garanzie."
SULLA PROPRIETA' - "La proprietà non è certa? E’ certa la vendita, ma i soldi arrivano da investitori di cui non si conoscono le facce. Quando sono andato al PSG, con un aereo mi hanno preso e mi hanno portato dall’uomo che aveva deciso di acquistare il club e che prometteca di portare il PSG in Champions League in pochi anni. Ho visto davanti a me persone vogliose di fare del Paris una grande squadra. Uno come lui, senza certezze, non può entrare a far parte del Milan. La sua era una scelta importante. Ripeto, quando sono andato al PSG tutti i miei buchi sono stati coperti da un’organizzazione perfetta."
SU ZANETTI - "E’ un discorso diverso, Zanetti è sempre stato dentro all’Inter, non ci è mai uscito. Maldini non sta dicendo no al suo Milan, non è più il Milan di Berlusconi. E’ tutta un’altra cosa, questo è un Milan che non conosce. Avrebbe voluto farlo, ha chiesto di farlo, ma non è accaduto”.