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  • Leonardo: "Il Milan è vuoto, senz'anima. Il milanismo c'era, si chiamava Maldini ed è stato mandato via"

    Leonardo: "Il Milan è vuoto, senz'anima. Il milanismo c'era, si chiamava Maldini ed è stato mandato via"

    • Emanuele Tramacere
    Leonardo Nascimento De Araujo, più semplicemente noto come Leonardo, ex-attaccante prima e poi ex-allenatore e dirigente fra le altre di Milan, Inter e Paris Saint Germain, ma soprattutto bandiera rossonera, si è concesso in una lunga intervista al QS parlando principalmente di giovani, ma approfondendo, inevitabilmente, il momento negativo che sta attraversando la squadra milanista. Il più grande rimpianto per questa squadra? Aver mandato via Paolo Maldini.

    I GIOVANI E IL CALCIO - "Lo dico da papà a papà, non è facile dare consigli giusti per far crescere bene un giovanissimo calciatore del 2012 o del 2014, perché ogni bambino è fatto in un determinato modo. C’è chi ha bisogno di una spinta o un incoraggiamento in più, altri invece di una affettuosa “sgridata", ma di base l’obiettivo di tutti è giocare. La strada da percorrere è lunga ed è una cosa naturale, noi adulti non possiamo costringere il bambino e mettergli ansia se non ha voglia. Anche perché, vi assicuro, oggi chi ha talento non passa inosservato, gli “scout“ sono dappertutto. Di più: loro non guardano solo chi fa gol, ma osservano le potenzialità generali dei ragazzi"

    NON SI GIOCA PIU' - "Un bambino non potrà mai essere costante, quindi evitiamo di mettergli pressione. La verità è che prima, anche in strada, giocavamo 8 ore al giorno mentre adesso si gioca meno"

    SAN SIRO - "Giocare a San Siro ti crea ansia, è una sollecitazione non facile da reggere. Ma da allenatore o dirigente tocca a me capire come il calciatore possa liberarsene. E comunque la pressione non c’è solo a San Siro ma da tutte le parti. Ci sono addirittura giocatori che preferiscono partire dalla panchina per essere più tranquilli"

    ALLENARE IL MILAN - "Certe situazioni le ho vissute, anche se l’allenatore l’ho fatto poco. Ho cominciato col Milan in un momento particolare: Kakà era stato venduto, Maldini aveva smesso. Insomma, parecchie novità. Iniziai l’annata senza vincere per 5-6 partite. Tutti mi invitavano a non condividere con i calciatori scelte o sistemi di gioco e io invece andavo in palestra e dicevo... “giochiamo in modo spericolato e rischiamo“. In realtà i difensori non volevano (sorride, ndr) ma col tempo digerirono l’idea". Al momento, la posizione dell'allenatore rossonero, Sergio Conceicao, è tutt'altro che stabile, tant'è che sono già partite le audizioni per il prossimo allenatore del Milan: ecco chi sarà secondo i bookies.

    4-2-FANTASIA - "Vero, fu un azzardo, ma in tanti dicevano che il “4-2-fantasia“ era bello e divertente. Tutto cominciò nella terza partita di Champions a Madrid, avevamo schierato una squadra molto sbilanciata in avanti e vincemmo 3-2. Mai successo al Bernabeu..."

    MALDINI - "Serve più milanismo? Ma c’era, si chiamava Paolo Maldini e da dirigente ha vinto uno scudetto ed è arrivato in semifinale di Champions. Poi è stato mandato via, e con lui un grande pezzo di passione. Oggi se ne sono accorti tutti, il Milan è vuoto, senz’anima. Ma sono cicli, passerà. Anche perché credo che in società abbiano capito di aver sbagliato".

    I MITI - "Ho avuto la fortuna di giocare col Flamengo che ha vinto tutto e ho esordito in quella squadra. Zico era il simbolo, il campione a cui mi sono ispirato. Perché Zico aveva umiltà e tutti lo ammiravano. Ho giocato col San Paolo, affrontando pure il Milan. In panchina c’era un mito come Telê Santana, e poi cento partite vinte di fila. In quella squadra avevamo solo belle certezze".

    I MONDIALI - "Nel 1994 feci l’esordio con la Russia ma fui espulso ai quarti di finale e nessuno si aspettava che vincessimo. Il ritorno in patria sembrava un carnevale senza fine. Nel 1998 in Francia arrivammo in finale dopo che Ronaldo era stato male all’ora di pranzo. E perdemmo 3-0"

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    Prof reporter
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    Un dilettante con in ego smisurato che dovrebbe ringraziare il destino che gli ha preservato il p...

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