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    Leonardo: 'Galliani il miglior dirigente di sempre. Al Milan problemi con Berlusconi. Inter? Moratti mi ha incastrato'

    Leonardo: 'Galliani il miglior dirigente di sempre. Al Milan problemi con Berlusconi. Inter? Moratti mi ha incastrato'

    L'ex gicoatore, allenatore e dirigente del Milan, nonché ex-allenatore dell'Inter e dirigente del Paris Saint Germain, il brasiliano Leonardo, ha svelato a O Globo alcuni retroscena sul come sia passato dal campo alla panchina e in società per merito di Adriano Galliani e Massimo Moratti.

    IL RUOLO DI GALLIANI - “Ero a Milano. Mi piaceva la struttura del Milan, come funzionavano le cose. Ma è stato il rapporto con Galliani a portarmi a fare questo passaggio. Mi disse: "Fai una cosa, Leo, inizia a venire alle mie riunioni, inizia ad andare al marketing, inizia a vedere tutto". Conoscevo tutti e così mi sono tuffato. Mentre giocavo partecipavo e così via. Il pomeriggio andavo agli incontri, andavo con lui. Galliani è una persona che ha una visione a 360 gradi di tutto. Sa tutto del calcio. Per me è stato il più grande dirigente che abbia mai visto nel calcio e una persona che amo ancora oggi“.

    IL RITIRO - "Tutto questo finché non è arrivato un momento di crisi. Lui mi chiama e mi chiede se voglio smettere di giocare. Rispondo: "Ho già smesso, vero?". E mi chiama come suo assistente. Nella mia mente ero in pensione a 32 anni. Sono rimasto con lui per sei anni. Dal 2003 al 2009. Per me è stata un’università, perché stavo a guardare tutto ciò che accadeva a tutti i livelli dirigenziali del club, ma senza la responsabilità della decisione"

    I COLPI BRASILIANI DEL MILAN - "Prendiamo Kaká, Pato, Thiago Silva…In quel periodo partecipammo a tre finali di Champions League, con due vittorie…Nel 2003 il Milan vinse ai rigori contro la Juventus, a Manchester. Nel 2005 perse contro il Liverpool, a Istanbul, per poi vincere nel 2007 contro lo stesso Liverpool, ad Atene. Era una scuola".

    BERLUSCONI - “Ho avuto alcuni problemi con lui. Ho lasciato il Milan per quel disaccordo, ma credo che per lui sia stato un momento difficile. Era Primo Ministro italiano, penso che stessero accadendo molte cose in quel momento. Lasciai anche perché sono stato 13 anni nel club, ci sono cicli che finiscono. Ma è una persona che ha rivoluzionato il calcio, ha rivoluzionato il Milan. Come imprenditore ha fatto tutto. È stato Primo Ministro d’Italia, una storia incredibile“.

    IL TRADIMENTO CON L'INTER - "Questa è una storia diversa. Infatti lascio Milano nel 2010 e mi fermo. E non perché avessi qualcos’altro. È stata una di quelle pause di carriera. Ho avuto un rapporto molto forte con Massimo Moratti, presidente dell’Inter. I rapporti familiari, i figli, ed i brasiliani che giocavano nell’Inter hanno finito per avvicinare anche me. Moratti mi chiama a dicembre, a Natale. "Che succede, vieni?!". Siamo stati diverse volte avversari, e rispondevo "No, non posso". Ci siamo incontrati all’una di notte a casa sua, e non mi ha lasciato scampo. Ho sempre agito d’istinto e lì, per ragione o emozione, mi sono lasciato coinvolgere nella sua causa“.

    IL DERBY IN NERAZZURRO - "Fu Molto, molto complicato. Non mi aspettavo nemmeno che fosse così complicato perché Ronaldo aveva giocato in entrambi i club, come Ibrahimovic e Baggio. Non sono né Ronaldo, né Baggio, né Ibrahimovic. A differenza di quelle grandi stelle che giocavano per entrambe, il mio rapporto con il Milan era più profondo, ero al centro del club. È stato molto pesante, giorno dopo giorno molto pesante. Il derby che ho giocato, Milan-Inter è stato molto pesante, molto forte. Episodi in strada? Molti, diversi, ma non importa. Ricordo anche quello che disse il presidente Moratti: ‘Cavolo Leo, tutta questa mobilitazione per un solo ragazzo, mi sembrava una bella cosa’. È un genio, una persona geniale“.

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