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    Legrottaglie: "La Sampdoria, Radrizzani, Mancini: ecco la mia versione. Avrei tenuto dei giocatori"

    Legrottaglie: "La Sampdoria, Radrizzani, Mancini: ecco la mia versione. Avrei tenuto dei giocatori"

    La parentesi alla Sampdoria di Nicola Legrottaglie è stata ammantata di mistero e anche di qualche interrogativo: "Mi sto concentrando nella preparazione e nel trovare un progetto, un ambiente e delle persone che mi stimino e che condividano con me certe idee di calcio” dice adesso il dirigente. Qualche giorno fa però l'ex "Head of performance" blucerchiato aveva tirato una frecciata piuttosto evidente al club. 'La verità la sappiamo solo io, Pirlo e Manfredi' aveva dichiarato in un'intervista. Cosa significa? "La verità intesa tutto quello che è successo l’anno scorso: da dove siamo partiti a giugno fino a dove siamo arrivati a fine maggio, la conosciamo noi. Tutti quanti noi sappiamo quali sono i passaggi che abbiamo dovuto affrontare, quali sono state le dinamiche interne, le scelte di campo di una società nuova, alla sua prima esperienza per molti. E perché oggi io non ci sono più, perché Andrea Mancini non c’è più, l’allenatore è cambiato e Manfredì è lì. Non c’era nessuna accusa dietro alle mie parole. Nessuna…" ha detto Legrottaglie a Club Doria 46.

    "È chiaro che mi sarebbe piaciuto continuare. Ma alla fine con il presidente ci siamo parlati, ci siamo detti le cose in faccia e ci siamo lasciati in amicizia, stringendoci la mano. Perché io alla Samp ho vissuto un’esperienza indimenticabile. A Genova si respira l’aria di grande calcio… Io sapevo quello che dovevo fare. Tutti sapevano quello che dovevo fare. La confusione c’è stata per alcuni forse. Quando c’è il rispetto del ruolo e ci sono i paletti che delimitano i confini e stabiliscono fino dove puoi agire secondo me le cose possono solo che funzionare. Se non c’è l’umiltà e il rispetto quello si crea è solo confusione. Forse la poca comiunicazione non ha fatto capire il lavoro che stavamo svolgendo". 

    Come lavorava Legrottaglie in quella Sampdoria? "Noi abbiamo sempre lavorato in sintonia. Io, Andrea (Mancini, ndr), Radrizzani e Pirlo gestivamo tutto insieme. Io non avevo mai fatto quel ruolo, anche per Mancini era il primo anno da direttore sportivo e Radrizzani non aveva mai gestito una squadra di calcio in italia. Abbiamo dovuto mettere in campo tanto di noi, con tutte le difficoltà che solo noi conosciamo. La gestione post Ferrero non è stata semplice forse qualcuno l’ha dimenticato. Quando devi ricostruire una casa che cade a pezzi ci vuole più tempo. Non basta un mese ma alla fine abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci siamo prefissati la prima stagione: i playoff".

    Venendo all'attualità, la Samp di oggi è molto diversa: "Guardando la rosa di quest’anno sono cambiate tanti giocatori. Credo che sia la normale conseguenza di chi ha una responsabilità  ed è giusto che decida in base a quello che meglio crede. Accardi è stato scelto dalla proprietà per per portare avanti le sue idee, un progetto che è diverso da quello iniziale. È giusto che vada appoggiato e aspettato. Come per noi, e così non è stato, anche Accardi deve avere tempo perché una squadra, un palazzo non si può costruire in una stagione, in un solo anno… I palazzi quelli buoni, che durano e non cadono si costruiscono nel tempo…"

    "La Sampdoria aveva bisogno di 4-5 giocatori. Io poi avrei tenuto qualche giocatore della passata stagione. Quella formata da tanti giovani di grande qualità" prosegue. "Daniele Ghilardi voleva tornare e poteva continuare a crescere a Genova. Facundo Gonzalez anche. Dopo qualche difficoltà iniziale erano venuti fuori tutti. Tutti pronti a restare. Anche Stankovic ed Esposito anche se… Lui voleva rimanere ma per come gioca lui è giusto che sia in serie A. Gli altri invece un altro anno di Serie B, con la maglia della Sampdoria gli avrebbe fatto bene…"

    Insomma, il mercato dell'anno scorso secondo Legrottaglie è promosso: "Sembrava un lavoro scadente invece poi è stato invece un lavoro egregio. Oggi avresti avuto dei giocatori giovani, forti e di proprietà. Penso a Stankovic, Ghilardi, Facundo, oltre a Benedetti e Pedrola. Giocatori che potevano essere un gradino superiore alla media della Serie B. Il nostro lavoro era mirato a costruire una squadra non per una stagione ma per crescere nel tempo…"

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